Rob Mazurek a Radio Tre

Martedì scorso ho avuto l’occasione di assistere alla registrazione del concerto di Rob Mazurek, nella sala A di via Asiago. Un pianoforte gran coda, un iPad ed una cornetta gli strumenti necessari alla performance. Atmosfera di grande attesa, per uno dei protagonisti della scena contemporanea.

Pino Saulo, come di consueto, presenta la serata, dando ennesima prova di grande preparazione e competenza musicale, raccontando in breve la variegata carriera artistica di Mazurek e facendo crescere l’interesse. Poi Mazurek entra in scena, ed inizia il concerto.

Un accordo dissonante al pianoforte squarcia il silenzio. Alcune ispirate frasi con la cornetta. Ancora un accordo alterato, ancora una frase alla cornetta. Mentre la suona, tenendo abbassato il pedale, lascia che le note emesse dall’ottone facciano risuonare le corde del piano a frequenze multiple della fondamentale.  L’effetto è quello di un duo (piano e cornetta), forse addirittura di un trio (piano, cornetta e risonanza delle corde).

Improvvisazione totale, anche quando Mazurek si alterna, sempre alla cornetta, tra il microfono “trasparente” e quello “effettato”, o quando si aiuta con l’elettronica lasciando all’iPad il compito di far risuonare dei pad space-age, suonandovi sopra quando con la cornetta quando con il piano.

C’è la classica, c’è il Jazz, c’è l’elettronica nella sua musica. Un viaggio dentro se stesso, una esplorazione dei suoi più recessi sentimenti, forse influenzati o forse no dal clima romano, che chissà come deve sembrare ad un artista che viene da Chicago.

La performance finisce, Rob Mazurek ringrazia il pubblico e Pino Saulo congeda gli astanti con la sua proverbiale e rassicurante simpatia.

In onda su RadioTre il 26 novembre 2014, ore 23.

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La musica di Django al Teatro Torlonia

Chitarrista jazz belga, Django Reinhardt è il tipico esempio di come un limite o una menomazione fisica possano, piuttosto che costituire un ostacolo, essere invece una risorsa per raggiungere innovativi traguardi. In seguito ad un incendio avvenuto nel 1928, Django ebbe mignolo ed anulare della mano sinistra saldati insieme in seguito alla cicatrizzazione delle numerose ferite riportate e, per ovviare a questo, sviluppò uno stile nuovo e personale, in seguito definito manouche, che è stato poi imitato da innumerevoli chitarristi.

Per la rassegna Sunday Morning Swing, nell’ambito del Roma Jazz Festival, domenica mattina, il 9 novembre alle 11.00, al Teatro TorloniaGianfranco Malorgio e Renato Gattone presentano uno spettacolo musicale che racconta l’avventurosa vita del grande Django Reinhardt. Con loro e la loro orchestra, l’attore Giorgio Tirabassi, grande appassionato di chitarra ed in particolare dello stile manouche. Momenti ironici, passaggi commoventi, e la straordinaria musica di quello che è stato il più grande musicista di Jazz in Europa.

Domenica 9 novembre 2014, ore 11.00

“DJANGO REINHARDT, IL FULMINE A TRE DITA” Giorgio Tirabassi & Hot Club Roma

Teatro Torlonia – Via Lazzaro Spallanzani 5 Ore 11.00

Giorgio Tirabassi (voce e chitarra solista), Moreno Viglione (chitarra solista), Gianfranco Malorgio (chitarra ritmica), Mauro Carpi (violino), Gianluca Galvani (cornetta), Gian Piero Lo Piccolo (clarinetto e sax), Renato Gattone (contrabbasso), Gianluca Perasole (batteria)

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