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Le ragioni di Marcello Rosa

Di solito sono due gli stimoli primari indispensabili per buttarmi giù dal letto e ricominciare con il consueto tran-tran quotidiano: pisciare e la prospettiva di una confortante colazione.

Con questo incipit degno della migliore letteratura beat americana inizia il libro di Marcello Rosa edito da Arcana, AMARi AcCORDi – AMARCORD, non una biografia come si affretta a scrivere l’autore nel prologo ma “un manuale per quanti volessero saperne di più sul jazz di cosa nostra”, dove cosa nostra non è un refuso.

Ce ne è abbastanza per stuzzicare anche i più scettici alla lettura e, soprattutto, devo dire che scorrendo con avidità, capitolo dopo capitolo, mi sono ritrovato a leggerlo tutto d’un fiato. Lo stile colloquiale, ironicamente caustico, ma anche schietto e diretto, ci catapulta inevitabilmente in una spietata analisi, del Jazz, sì, ma in fondo del nostro Paese. Un Paese che ha attraversato epoche controverse, durante le quali era fondamentale schierarsi politicamente in un certo modo per poter avere successo, e che ancora oggi vede nella politica un mezzo importante (anche se oggi, più che le idee, contano le amicizie che si hanno).

Non risparmia nessuno Marcello Rosa. Ne ha per colleghi, giornalisti, presentatori famosi della radio e della televisione, dirigenti RAI. Tutte persone con le quali ha avuto a che fare e che, per un motivo o per un altro, hanno avuto un ruolo nei tanti problemi che, ancora oggi, affliggono il mondo del Jazz. Per una volta, leggendo le coinvolgenti righe scritte dal trombonista, compositore, arrangiatore, ideatore e conduttore di trasmissioni radiotelevisive nonché grafico, anche il più schivo dei lettori si troverà dalla parte del “rompicojoni” (come lui stesso si definisce più volte nel libro), vedendo però da vicino tutte le ragioni che hanno spinto Rosa, durante la sua carriera, ad assumere sempre il ruolo scomodo di “guastafeste”.

Impostato come un romanzo, con flashback e colpi di scena, il libro è però scritto in tono colloquiale ed avvincente, come avvincenti sono gli aneddoti da lui raccontati durante i concerti.

Gli inizi con Maurizio Costanzo, i problemi con la RAI, il rapporto con Ennio Morricone, l’incontro con Fellini sono solo alcuni degli episodi raccontati. Un libro forte, interessante e di denuncia, che merita la lettura da parte di tutti coloro che amano il Jazz.

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