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La settimana in Jazz al 28Divino Jazz club

MARTEDI 30 MAGGIO
ore 22.00
JIMBO TRIBE
Lewis Saccocci, piano
Dario Piccioni, contrabbasso
Nicolò Di Caro, batteria
Feat. ANTONELLO SORRENTINO, tromba.
I JIMBO TRIBE lavorano sul loro prossimo album ( il secondo)  che sarà registrato a breve. Quale migliore occasione per “provarlo” LIVE , se non al 28Divino Jazz?
Vi aspettiamo Martedi sera !
Il nuovo jazz italiano continua a crescere e il concerto di stasera ne è la dimostrazione. Tre talenti, giovanissimi e già riconosciuti per la loro vena creativa oltre che per le doti musicali. Lewis Saccocci al pianoforte, Dario Piccioni al contrabbasso e Nicolò di Caro alla batteria sono il Jimbo Tribe: un progetto in grado di spaziare dalle intime atmosfere che richiamano il jazz europeo ad un sound carico di groove e ritmi mediterranei.

Il repertorio è costituito da brani originali e riadattamenti di alcuni brani della tradizione jazzistica. Freschi della vittoria al concorso “Chicco Bettinardi 2017”, presenteranno la loro opera prima, di recente pubblicazione per l’etichetta Alfa Music: “Jimbology”.

“…Un’ottima pagina italiana nel panorama del Jazz contemporaneo, un Soggetto in Trio che plasma  Note con Pathos ed eleganza, con la naturalezza di chi ha compreso il senso del Passato ed ha intuito le molteplici possibilità del  Divenire.”
(Fabrizio Ciccarelli) Leggi tutta la recensione: http://www.romainjazz.it/index.php/recensioni/182-jimbology-jimbo-tribe

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MERCOLEDI 31 MAGGIO
ore 21.45
AB BAARS & IG HENNEMAN con i ROOTS MAGIC
Dopo un set d’apertura del duo Ab Baars e Ig Henneman, i due musicisti olandesi si uniranno a Roots Magic per un set in cui il repertorio del gruppo verrà presentato in una versione inedita per sestetto.

Ab Baars – sax tenore, clarinetto, shakuhachi
Alberto Popolla – clarinetto, clarinetto basso
Errico De Fabritiis – Sax alto e baritono
Ig Henneman – viola
Gianfranco Tedeschi – contrabbasso
Fabrizio Spera – batteria

Ab Baars e Ig Henneman sono due fra i musicisti più rappresentativi della scena del Jazz e della musica improvvisata Olandese.
Il duo è nato a Roma nel 1999 in occasione del Festival “ControIndicazioni” e da allora si è esibito in Olanda, Germania, Inghilterra, Giappone, Norvegia, Canada e Brasile.

Ab Baars, uno dei più originali sassofonisti europei, oltre a guidare il trio con Wilbert De Joode e Martin Van Duinhoven e a collaborare con The Ex,
è da anni una delle colonne della storica ICP orchestra di Misha Mengelberg e Han Bennink.

Ig Henneman è violista, compositrice e leader di varie formazioni a cavallo fra musica contemporanea, Punk, Jazz e improvvisazione, tra cui il Queen Mab
Trio e più recentemente con il quartetto con Ingrid Laubrock, Tom Rainey e Ab Baars.

ROOTS MAGIC: Un “Gruppone” ! Una sorta di Avant-Blues Repertory Band !
La musica suonata da Roots Magic attinge ai due estremi della tradizione musicale afro americana. Da Blind Willie Johnson e Charlie Patton passando
per Ornette Coleman, John Carter, Sun Ra e Phil Cohran, fino a Julius Hemphill e Olu Dara. Dal Delta Blues al Jazz Creativo, un repertorio calibrato intorno all’idea di reinvenzione della radice Blues fra tradizione e innovazione.

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SABATO 3 GIUGNO
ore 22.30…22.45
Mel Freire & Giulia Salsone Duo.
MELISSA FREIRE, voce
GIULIA SALSONE, chitarra

Il duo è incontro musicale tra la cantante brasiliana Mel Freire e la chitarrista italiana Giulia Salsone che nasce a Roma qualche anno fa. La loro collaborazione s’intensifica grazie al desiderio comune di ricercare e approfondire le varie forme espressive della musica brasiliana, dal samba antico a quello dei giorni nostri, dai ritmi carioca dello Choro a quelli bahiani dell’Afrosamba fino alla musica del Minas Gerais, regione di cui è originaria e dove risiede Mel Freire. Tanti sono gli autori riproposti dalle due artiste assieme a varie composizioni originali.
Un mix di suoni, ritmi ed emozioni accompagnati dalla gioia di ritrovarsi ogni volta sul palco assieme”.

Un mix di suoni, ritmi ed emozioni accompagnati dalla gioia di ritrovarsi ogni volta sul palco assieme”. e spesso con percussioni a sorpresa 🙂

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Sotto il Jazz Club:
Ingresso con prima consumazione inclusa 12,00 euro
Sopra Wine Food Bar e chiacchiere tra amici Ingresso Libero
Cena dalle 20.00
Info Prenotazioni: 340 82 49 718
via Mirandola, 21 – 00182 Roma
all info http://www.28divino.com
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Dedicato a Roberto Mancini

Roberto ManciniMartedi 28 ottobre 2014, alle 20.30 su Radiotre Rai, andrà in onda, per “Il Cartellone”, un concerto dedicato alla memoria di Roberto Mancini, sassofonista, compositore, arrangiatore e didatta, scomparso lo scorso anno.

Il concerto, tenuto da amici musicisti ed ex allievi, vuole essere anche un tributo a tutti quei musicisti che fanno la scelta dell’insegnamento, a volte anche a discapito dei propri progetti più strettamente artistici. Organizzato congiuntamente con la Scuola Popolare di Musica di Testaccio, dove Roberto ha insegnato per tanti anni, vede l’avvicendarsi delle seguenti formazioni.

BLUE SAX (formazione storica di Roberto Mancini, con la quale ha suonato e per la quale ha arrangiato brani originali e standard):

  • Alessandro Tomei (sax alto)
  • Mauro Centrella (sax alto)
  • Angelo Trane (sax tenore)
  • Torquato Sdrucia (sax tenore)
  • Adriano Piva (sax baritono)
  • Domenico Capezzuto (pianoforte)
  • Mauro Nota (contrabbasso)
  • Francesco Bonofiglio (batteria)

I Virtuosi Di Piazza Vittorio (formazione ispirata a I Virtuosi di Cave, altro gruppo nel quale Mancini ha militato, negli anni ’70):

  • Eugenio Colombo (sax soprano)
  • Ferruccio Corsi (sax contralto)
  • Pasquale Innarella (sax tenore)
  • Peppe D’Argenzio (sax baritono)

Suoneranno inoltre Daniele Tittarelli (sax alto), Francesco Marini (sax alto), Mauro Verrone (sax alto), Stefano “Ciccio” Arduini (sax tenore), Tony Formichella (sax tenore), Antonello Sorrentino (tromba), Leonardo De Rose (contrabbasso), Alessandro D’Anna (batteria), Paolo Cintio (pianoforte).

Durante il concerto, infine, Pino Saulo intervisterà a bordo palco, tra gli altri, Paolo Cintio, Mauro Verrone, Eugenio Colombo.

Una serata bella, rigenerante, densa di swing e di feeling, in compagnia di ottimi musicisti, impegnati in arrangiamenti di gran classe. Jazz allo stato puro, accessibile non solo da parte degli appassionati ma anche dei neofiti.

Un consiglio: non perdetevelo.

Radiotre RAI, martedi 28 ottobre, ore 20.30

John Coltrane @ 28DiVino Jazz

20130928_010914Non ne potevamo più di stare senza il Jazz del 28DiVino di via Mirandola 21! E la stagione riparte con John Coltrane, nella incarnazione – piuttosto che nella interpretazione – offerta dai Bar Jazz Sextet +1 di Davide Di Pasquale (trombone), con Carlo Conti (sax alto e soprano), Antonello Sorrentino (tromba, flicorno), Francesco Di Gilio (pianoforte), Stefano Nunzi (contrabbasso), Alessandro Del Signore (contrabbasso), Claudio Sbrolli (batteria). Un omaggio a Coltrane, che il 23 settembre avrebbe compiuto 87 anni. Ed un omaggio entusiasmante, sia per l’impatto offerto da questo nutrito ensemble, sia per la capacità dei singoli musicisti di dare, ciascuno in base al proprio gusto, la pennellata giusta a comporre l’affresco sonoro. E parlando di pennellate non si possono non citare le sagome a grandezza naturale delle quali gli artisti dello Studio Sotterraneo hanno disseminato il Club, rendendo ancora più suggestivo e onirico l’evento.

Ogni insieme è formato di singoli ma capita, come in questo caso, che la somma sia di più del totale. Possiamo infatti soffermarci sulla travolgente verve di Carlo Conti, il quale ha riportato Trane in terra con il suo agile fraseggio, spesso raddoppiato e a tratti animalmente scomposto (a significare l’urgenza dell’omaggio, oltre che a rendere filologicamente lo stesso); possiamo apprezzare il suono di Antonello Sorrentino, un musicista dotato di grande sensibilità che non manca di incantare con la sua ricerca di note e frasi che siano uniche, qui ed ora, rifuggendo le ovvietà e gli automatismi; possiamo rimanere incantati dal trombonismo di Davide Di Pasquale, dotato sempre di grande swing e ricerca melodico-armonica; possiamo stupirci di quanto Francesco Di Gilio sia pronto a reagire agli stimoli che arrivano dal gruppo, restituendo sempre un fraseggio coerente ed in perfetto interplay; possiamo osservare con appagata curiosità i controcanti e gli incastri tra i contrabbassi di Stefano Nunzi e Alessandro Del Signore, o rimanere senza fiato davanti al drumming energico e controllato di Claudio Sbrolli. Possiamo fare tutte queste cose oppure, come succede stasera al 28DiVino, possiamo lasciarci prendere da un insieme di colori, di pennellate e di luci fino a rimanere quasi storditi di felicità, tra una versione cameristica di Naima, suonata senza ritmica e senza assoli, ed un travolgente finale affidato alla splendida Impressions.

Finita la serata non rimane che andare a riprendere i dischi di Coltrane e riascoltarli con rinnovato interesse, per ricordare a noi stessi quanto questo musicista abbia lasciato una impronta indelebile e fondamentale nel Jazz e nella musica in generale.

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Davide Di Pasquale

Yes, Ten Minus One is Nine

Sono nove, uno meno dei Dieci Saggi, ma qui ci sono due donne. Sono gli Yes Or Nine, che ieri sera hanno riempito la grotta del 28DiVino Jazz non solo per via del folto pubblico ma anche in virtù del loro cospicuo numero. Un numero grande rispetto alle formazioni che siamo abituati a vedere nei club, piccolo rispetto ad una Big Band. Ma della Big Band non manca nulla, dal momento che troviamo, pur se in esemplari unici, tutti gli strumenti tipici di questa: sax tenore (Stefano Rotondi, che suona anche il flauto), tromba (Antonello Sorrentino), trombone (Davide Di Pasquale), sax alto (Tomoe Yamamoto), sax baritono (Gian Domenico Murdolo), Pierpaolo Semenzin (piano), Luca Costantini (chitarra), Fabio Fochesato (contrabbasso), Cecilia Sanchietti (batteria).

Il progetto degli Yes Or Nine è interessante ed al tempo stesso affascinante: interpretare il blues in tutte le sue geografiche declinazioni, partendo dall’America del Nord scendendo fino a quella del Sud, transitando per l’Europa e fino ad arrivare in Africa. Un viaggio, dunque, viaggio nel quale la musica è una sorta di tappeto volante che ci trasporta da un continente all’altro, accompagnati da un ensemble compatto che esegue con perizia le composizioni di Stefano Rotondi, da lui stesso arrangiate. La cifra principe dell’organico è sicuramente quella orchestrale: arrangiamenti molto dettagliati e vervosi, temi che poggiano su pedale, uso sapiente delle dinamiche, utilizzo dei background durante gli assoli e degli special come interludio tra un solista e l’altro.

Tra i brani troviamo Boa constrictor, con il tema che si dipana su una struttura modale nella parte A per poi sciogliersi in un fluido walkin’ nella parte B. Le jour du sortilege è un blues minore in 6/8 nel quale il tema si muove principalmente per grado congiunto per poi adagiarsi su un pedale.

Spuntano qua e là, tra i flutti delle partiture del nonetto, le interessanti individualità di solisti come Davide Di Pasquale, che ad esempio ne Il responso, brano dal sapore afro introdotto da un suggestivo riff suonato all’unisono da Murdolo e Fochesato, si esprime con un fraseggio che definirei assertivo, dalla forte personalità ma al tempo stesso nel qui e nell’ora del pezzo. O come Antonello Sorrentino, che si produce in ispirati in & out i quali, benché denotino grandi capacità tecniche e conoscenze armoniche, non risultano mai di maniera, segno della volontà del musicista di dare davvero qualcosa che non sia semplice “mestiere”.

Particolarmente interessante l’approccio solistico di Stefano Rotondi, che costruisce il suo fraseggio partendo da poche note  evolvendo poi in arpeggi triadici e poi ancora in scale bebop. Brani come Eleanor Butterfly, di Gian Domenico Murdolo, o Danzando, ancora di Rotondi, danno poi modo a tutti i musicisti di improvvisare e sfogarsi sulla struttura detta anatole, patrimonio comune di tutti i jazzisti. Particolare, infine,  il sound di Tomoe Yamamoto, una delle due donne della formazione: mi ha ricordato i primi tempi del cool ed un certo timbro tipico di Lee Konitz.

Un progetto interessante, dicevo all’inizio, che ci mostra, al di là di ogni possibile dubbio, quanto il blues influenzi ed abbia influenzato la musica di tutto il mondo e quanto lo stesso sia declinato e declinabile secondo le varie culture musicali. Concludendo, non posso che auspicare che da questa interessante esperienza possa nascere quanto prima un bellissimo disco.