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Fabrizio Savino sbarca al Jazzit Club

Giovedi 16 gennaio il neonato Jazzit Club di Roma ha visto esibirsi sul suo palco il chitarrista barese Fabrizio Savino. Una atmosfera festosa, Luciano Vanni a far da entusiasta padrone di casa, un pubblico numeroso, una sala accogliente. Pur essendo ospitato all’interno dell’Auditorium Antonianum in viale Manzoni 1, struttura normalmente utilizzata per meeting e conferenze, l’aroma che si annusa è proprio quello del club. Complice la cura che Vanni e le sue collaboratrici (più donne che uomini, e questo ci fa piacere!) mettono nello scaravoltare tutto, la sala che fino a tre ore prima ospitava dei grigi dirigenti aziendali, con poche ed efficaci mosse viene trasformata in un bar che potrebbe trovarsi sulla cinquantaduesima strada, a New York.

Savino presenta il suo album Aram, uscito a fine 2012 per Alfa Music ed improntato al cosiddetto sottogenere del mainstream. Riferimento dichiarato John Scofield, del quale percepiamo l’aura ma che comunque non basta al chitarrista per esprimersi appieno. La sua musicalità non passa infatti solo attraverso il proprio strumento, ma anche e soprattutto attraverso il dialogo con gli altri musicisti, che in questa occasione sono Enrico Zanisi (pianoforte), Luca Alemanno (contrabbasso), Gianlivio Liberti (batteria). Si veda ad esempio la lunga introduzione della title track, Aram, che Savino lascia generosamente al pianismo cristallino ed ispirato di  Zanisi, o il solo di contrabbasso in Waiting For You, nel quale Alemanno ha lo spazio per fraseggiare tematicamente, facendo cantare il proprio strumento e ricordando a tutti la splendida lezione di Scott La Faro. E se nell’ultimo brano emerge particolarmente il drumming attento di Liberti, che scintilla in perfetto bilico tra swing e oriente, nella ballad scelta come bis, I Told You So, viene fuori l’anima più aperta e libera del chitarrista, che lascia intuire una delle possibili pieghe che potrà avere la sua musica da qui in poi.

Serata piena e liquida, a tratti alcolica, con bei tavoli e tante candele colorate. Tutti brani originali, per un artista che si annuncia interessante e che conviene tenere d’occhio.

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