Tanto pubblico ieri sera al 28divino Jazz. Sul palco Carmine Ioanna (fisarmonica), che presenta il suo album Solo e, accanto a lui, Francesco Bearzatti (sax tenore, clarinetto), acclamato sassofonista dal curriculum prestigioso.
Due anime, due mondi musicali: quello del sud, di Ioanna, fatto di musica popolare ma anche di riferimenti colti e quello, più nordico, di Bearzatti. Grande pronuncia jazzistica, Ioanna si distingue per la estrema musicalità, per la precisione del fraseggio e per le citazioni, sempre puntuali e perfette. Viscerale, sofferto, a tratti lancinante il suono nitido di Bearzatti, il quale sembra soppesare con struggimento ogni singola nota che emette, evocando il mal de vivre che è in ognuno di noi, e nel contempo liberandocene.
Si percorre una strada panoramica, fatta di melodie, di armonie e di ritmi, eseguiti od anche solo sottintesi. Si gioca con la citazione del Volo del calabrone, con la Carmen di Bizet, con la colonna sonora di Pinocchio, con il rumore prodotto dal seggiolino di Ioanna e con lo scovolino del clarinetto di Bearzatti sbattuto a tempo sul leggio. Atmosfera da film, canzone, ma anche sperimentazione e gioco.
Un sacrilegio non esserci, questa sera, un crescendo di cure per la nostra anima, che culminano con la catarsi di un italian blues (Romagna Mia). Una festa, infine, l’esplosione finale del bis, con Donna Lee eseguita in unisono a velocità ben più alta della originale versione parkeriana.
Una serata degna del Roma Jazz Festival, e di ogni altro festival che si rispetti.
Intervista radio Ioanna/Bearzatti
Link correlati
Sito ufficiale Francesco Bearzatti