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Ci sono grandi nomi, stasera?

Ero in coda, in attesa della navetta per salire a Collescipoli, quando una coppia di signori si è avvicinata e mi ha chiesto:”Che nomi ci sono, stasera, al Jazzit Fest?”. Ho avuto un attimo di esitazione, cercando con la mente di ricordare quali erano i nomi più famosi in programma, ma poco dopo ho realizzato che no, grandi nomi proprio non c’erano. Nulla da togliere ai tanti e bravissimi musicisti che hanno animato la terza edizione di questo evento, nato dalla mente visionaria di Luciano Vanni, editore e direttore della rivista Jazzit ed autore di mille e diverse iniziative in ambito musicale e culturale in genere. “Non è un festival che punta sui nomi”, ho poi risposto, “qui viene valorizzata la musica e chi la fa, a prescindere dal nome”.

E non potrebbe essere altrimenti, visto che Il Jazzit Fest si fonda su una serie di valori, elencati in un “codice etico”, che sono in primis la assenza di contributi pubblici oltre a sostenibilità ambientale, direzione artistica ‘open source’ ed altri, tutti valori che per natura rendono per lo meno improbabile che i (soliti) grandi nomi (e non me ne vogliano) possano approdare ad una simile manifestazione, mentre è molto più probabile che giovani e meno giovani artisti, bravissimi ma meno noti, trovino il terreno giusto per esprimersi e guadagnarsi un loro spazio, magari entrando in contatto con discografici od organizzatori di eventi con i quali stringere accordi o firmare contratti.

Una festa, di Jazz ma non solo, che rende nuova vita ad un bellissimo borgo, normalmente frequentato da pochi abitanti, riempiendolo di musicisti, appassionati, operatori di settore, semplici curiosi o anche di chi è uscito per una passeggiata o per assaggiare i gustosissimi gnocchetti alla collescipolana (da provare assolutamente). Un turbinio di suoni, facce vecchie e nuove, di sguardi gioiosi e di mani che si stringono. Un percorso a sorprese, durante il quale si passa dal Chiostro dell’ex Monastero S.Cecilia alla Chiesa dell’Addolorata e poi da largo S.M. Maggiore a piazza della Rocca, scoprendo ogni volta nuova musica e nuove emozioni.

E poi workshop, mostre fotografiche. Gli eventi Jazzit Academy. Nonché le residenze creative, come quella dei ragazzi di Milk, che hanno lavorato ininterrottamente offrendo la registrazione gratuita di un brano, completo di cover art, a tutti i musicisti che ne hanno fatto richiesta.

E voglio chiudere con quello che mi ha detto Luciano Vanni, dopo avergli raccontato della domanda della coppia di cui parlavo all’inizio del post: “Non grandi nomi, ma grande musica!”

http://www.jazzitfest.it/

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Ibrido Hot X showcase

È la volta degli Ibrido Hot X, formazione capitanata da Antonio Apuzzo (sax alto, sax tenore, clarinetto basso) con Francesco Fratini (tromba), Pino Capomolla (flauto), Andrea Amendola (violino), Sandro Lalla (contrabbasso) e Gianluca Taddei (contrabbasso). Siamo al Jazzit Fest edizione 2014, in un magnifico chiostro nel borgo di Collescipoli (TR), e gli Ibrido eseguono arrangiamenti del gruppo  rock progressive Gentle Giant.

Una formazione particolare (tra le altre cose, con due contrabbassi in organico) ed una musica senza confini, che spazia con gusto e senza pregiudizi dal progressive alla classica, dal Jazz alla musica da film.

Ibrido Hot X

Alla fine dello showcase, Antonio Apuzzo ci ha rilasciato questa intervista.

Oggi inizia il Jazzit Fest 2014

Si parte! Una festa, uno showcase, un incontro. Chiamatelo come volete, la sostanza è che centinaia di musicisti e migliaia di appassionati e curiosi stanno convergendo nel borgo medioevale di Collescipoli (TR), il centro d’Italia o giù di lì, per una tre giorni di Jazz a tutto tondo. Conferenze, workshop, esibizioni distribuiti tra i vicoli e le piazze del borgo, uno scenario fantastico che non può che esaltare il contenuto altamente culturale dell’iniziativa. Forse per la prima volta in Italia un evento come questo non è realizzato con i contributi pubblici, e non ci sono i soliti nomi del Jazz nostrano: al loro posto, giovani ed intraprendenti musicisti che cercano spazi per esprimersi, per suonare e farsi conoscere. Nulla di più ghiotto per un appassionato di potersi concedere una passeggiata ad ingresso gratuito passando da un trio ad un quartetto ad un piano solo, avendo condensati in poche centinaia di metri quadrati il sound di tanti jazzisti provenienti da ogni parte d’Italia.

Stasera ci saranno Enrico Roccatani (piano solo), Fabio Giachino Trio (un vero “power piano trio”, ecco la nostra intervista alla radio), Ivano Leva Trio, Stefano Coppari Quartet, Simone Alessandrini – Natalino Marchetti, Mirko Pedrotti Quintet, Sebastian Marino Trio, Mev Trio feat. Erasmo Petringa, Milk, Leonardo De Lorenzo “Pictures Quintet”, Enrico Brion Quadrivio, FM Quartet, Francesco De Palma Trio (ecco la nostra recensione di questo trio, del quale è appena uscito il disco “Zeno”), Mocata – Scaglia – Wertico “Free The Opera!”, Mauro Bottini Quartet, Matteo Cidale Quartet, Massimo Carrieri Trio, U-Man Trio in ricordo di Fabrizio Cecca, scomparso pochi giorni fa, Unicam Jazz Quartet (quattro ragazzi da tenere d’occhio, li abbiamo recensiti dal vivo e su disco), TriAd Vibration.

Da domani, e fino a domenica, seguiremo sul posto ed in diretta l’evento  con interviste radio, tweet, recensioni.

Per info: Sito ufficiale Jazzit Fest

Jazzit Fest 2014 a Collescipoli

Lo scorso anno, per iniziativa di Luciano Vanni, direttore ed editore della rivista JAZZIT e di mille altre iniziative relative al Jazz (tra le quali l’interessante progetto JAZZIT CLUB, che si sta diffondendo a macchia d’olio sul territorio nazionale), nasceva il Jazzit Fest, una festa  del Jazz ma anche un meeting di settore.

Quest’anno si replica il 27, 28 e 29 giugno, sempre nel delizioso borgo medioevale di Collescipoli (TR), sempre con la formula a “impatto zero” che lo ha contraddistinto da subito. “Occorre un piccolo sforzo di immaginazione per spiegare il Jazzit Fest”, spiega Vanni nel suo sito http://www.jazzitfest.it , “e quindi”, prosegue, “è necessario chiudere gli occhi e pensare:

  • a un piccolo borgo medievale umbro abitato da circa trecento persone, Collescipoli (TR), un paese poggiato su di un dorso collinare e cinto da antiche mura;
  • a quattrocento musicisti jazz che di loro iniziativa si danno appuntamento per tre giorni di showcase: mossi dal desiderio di mettere in scena nuove idee e nuove produzioni discografiche;
  • a centocinquanta operatori del settore in ambito jazz che si riuniscono per discutere assieme su tematiche di interesse comune, per conoscersi e per ascoltare ciò che di nuovo ha da dire la scena jazzistica contemporanea;
  • a oltre cento volontari provenienti da tutta Italia;
  • alla comunità tutta di questo paese medievale che, attraverso la Pro Loco, partecipa all’evento offrendo un servizio accoglienza, ordine pubblico e ristoro con prodotti tipici del territorio;
  • a un borgo medievale che, nell’arco di un weekend, diventa un vero e proprio “paese festival”, risuonando di musica dalla mattina fino a tarda sera;
  • a un festival – expo di settore con un cartellone fitto di concerti (oltre cento), workshop, conferenze, seminari, proiezioni video e guide all’ascolto di anteprime discografiche; con un programma musicale che ospita anche un campus didattico e un concorso di musica jazz destinato ai più giovani.

Ma non solo: ciò che ci caratterizza è anche il fatto che il Jazzit Fest – Italian Jazz Expo è un evento prodotto senza contributi pubblici e a ingresso gratuito con donazione spontanea, un modello gestionale che ha dato vita al protocollo ZIF Zero Impact Festival; insomma, l’isola che non c’era”.

Dunque, Il Jazzit Fest si finanzia esclusivamente con donazioni spontanee, sponsor privati, servizi di ristorazione e crowdfunding? La risposta è un inusuale “sì”. Non solo: il Jazzit Fest vuole essere un esempio di sharing economy in ambito culturale, con il 50% del contributo raccolto tramite crowdfunding pagato ai musicisti ed il 50% pagato all’organizzazione.

Una iniziativa nuova, che esce dalla logica del finanziamento pubblico come “conditio sine qua non” per produrre un evento culturale, che si pone come nuovo modello di riferimento in risposta ai tanti, troppi festival nei quali si ascoltano i soliti nomi. Un festival che dà spazio ai giovani musicisti, alla novità, e che ha tutte le carte in regola per costituire il nuovo riferimento di settore, sia per l’impostazione, sia per collocazione geografica (a Collescipoli (TR), il centro d’Italia), sia per l’entusiasmo che Vanni ed il suo staff stanno mettendo nell’organizzazione.

Noi ci saremo.

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Per info e per finanziare l’iniziativa: www.jazzitfest.it

Luciano Vanni presenta la cultura a impatto zero

Ieri pomeriggio, all’Auditorium Antonianum in viale Manzoni 1 a Roma, il direttore ed editore della rivista Jazzit Luciano Vanni ha presentato il suo visionario progetto che ha come cardine la rinuncia ad ogni finanziamento pubblico. La sua idea nasce dalla considerazione che a tutt’oggi vengono spesi molti milioni di euro per finanziare festival dei quali si sa poco o nulla, che nulla portano alla cultura (intesa, come asserisce Vanni, nel senso etimologico del termine latino colere, coltivare) e che non sono altro che strumento di propaganda elettorale per l’assessore di turno. L’idea di Vanni è di rinunciare ai soldi pubblici, al contempo chiedendo che tali soldi vengano impiegati per finanziare delle “Case della Cultura”, nelle quali svolgere attività formativa di base su musica, arti figurative, architettura, ecc. tenendo distinte la cultura (formazione), che deve essere finanziata, dallo spettacolo (festival), che deve finanziarsi autonomamente senza intervento pubblico.

Un progetto ambizioso, anche rischioso, come ha detto Gegè Telesforo intervenendo ieri in conferenza stampa, in quanto espone gli artisti al rischio di veder legati i propri guadagni ai biglietti venduti, spesso troppo pochi. Ma va anche detto che, ad oggi, la maggior parte degli artisti non ha nemmeno spazi e occasioni per esibirsi, mentre i tanti festival ospitano sempre e soltanto i soliti dieci nomi.

Gegè Telesforo e Luciano Vanni

Una cosa è certa: per come stanno le cose, ogni nuova idea è benvenuta se ha lo scopo di dare una scossa al sistema, drogato come è di finanziamenti spesso (se non sempre) mal utilizzati. In questo ci sentiamo di appoggiare e incoraggiare il protocollo FIZ (Festival ad Impatto Zero) proposto da Luciano Vanni.

Nell’occasione Vanni ha anche presentato, con motivato orgoglio, i Jazzit Club nati nella penisola grazie alla sua incessante ed energica opera, volta alla ricerca di persone e realtà imprenditoriali disposte a condividere e portare avanti la sua idea di impatto zero. Sei le nuove realtà ad oggi, a Roma, Milano, Montefalco PG, Rovereto TN, Matera, Volla NA, che ospiteranno a breve la loro prima stagione di concerti (stagione che, per quanto riguarda Roma, si è appena conclusa presso l’Auditorium Antonianum, che ha ospitato l’iniziativa). Anche i Jazzit Club sono frutto della visione di Luciano Vanni: i club vengono ospitati da una struttura esistente, che sia centro congressi, ristorante, teatro, ecc., la quale mette a disposizione lo spazio e l’accoglienza, con il ricavato che viene diviso in parti uguali tra struttura e musicisti.

Altre iniziative presentate sono la festa in occasione dell’International Jazz Day, che si terrà il 30 aprile sempre all’Antonianum con il patrocinio diretto dell’UNESCO, festa che vedrà l’intervento di musicisti quali Gegè Telesforo, Giovanni Tommaso, Stefano Di Battista, Rosario Giuliani e tanti altri.

Ancora, la seconda edizione del Jazzit Fest di Collescipoli (TR), che si terrà tra il 27 ed il 29 giugno prossimi e che già dalla prima edizione è stata fucina di incontri interessanti e belle esibizioni, con tanti musicisti provenienti da ogni parte d’Italia e in una cornice – quella del borgo antico di Collescipoli – che ha ulteriormente impreziosito la valenza sociale, artistica e culturale del festival.

Tanta carne al fuoco, dunque, sempre e soltanto nel solco – ormai diventato un must per Vanni e per il suo staff – della rinuncia totale ai finanziamenti pubblici.

Jazzit Fest 2013

La Vanni Editore srl, casa editrice delle riviste JAZZIT e IL TURISMO CULTURALE, conferma il suo spirito pionieristico organizzando dal 5 all’8 settembre 2013 il JAZZIT FEST: una quattro giorni di musica, mostre d’arte e di fotografia, stand, workshop, conferenze, seminari e proiezioni di film che invaderanno le vie, le piazze, gli antichi chiostri e le dimore storiche di Collescipoli, borgo medievale in provincia di Terni dove insiste la redazione di Jazzit, accogliendo il pubblico in una vera e propria “Cittadella del Jazz”. Il tutto senza alcun tipo di contributo pubblico e a ingresso ad offerta per gli appassionati.

Con ventisei concerti al giorno, conferenze, corsi, mostre d’arte e cineforum, il Festival sarà una vera e propria festa del jazz italiano, un evento nato da Jazzit per dar vita a un appuntamento tra musicisti, operatori del settore e appassionati di musica jazz attraverso una direzione artistica open source: sono stati i musicisti ad accogliere l’invito di Luciano Vanni, direttore ed editore di Jazzit, e a dare la propria disponibilità per suonare a titolo gratuito al JAZZIT FEST. E così il programma ospita quattrocentocinquanta artisti provenienti da collocazioni stilistiche eterogenee e percorsi professionali differenti, che presenteranno i loro progetti originali, anche in prima nazionale, nell’ambito di questa manifestazione.

A rendere ancora più prezioso e innovativo l’evento, all’interno del Festival si terrà il Meeting del Jazz italiano: expo degli operatori del settore – etichette discografiche, festival, jazz club, scuole di musica, associazioni, promoter, agenzie di booking e management – che comprenderà anche conferenze e riunioni a porte aperte della redazione di JAZZIT.

Il JAZZIT FEST si presenta alla prima edizione come l’evento più rivoluzionario dell’estate italiana, in quanto organizzato da una testata giornalistica specializzata senza il ricorso a finanziamenti pubblici con la formula Without Recourse To Public Funds. Rispetto al consueto iter per il fund raising pubblico, il JAZZIT FEST sarà prodotto attraverso un’idea nuova di collaborazione tra soggetti privati, comunità, istituzioni e spettatori: la Vanni Editore Srl gestirà l’evento assumendosi in toto il rischio d’impresa, la comunità di Collescipoli parteciperà attivamente (tramite la Pro Loco) e le istituzioni comunali sosterranno l’evento senza oneri attraverso la messa a disposizione di strutture e servizi di utilità sociale.
Anche il pubblico presente, poi, farà la sua parte: sosterrà l’evento anzitutto con la propria partecipazione e, se vorrà, con una donazione spontanea; potrà comunque assistere gratuitamente ai concerti in programma decidendo liberamente se sostenerli.

Nell’arco dei quattro giorni del JAZZIT FEST saranno organizzate conferenze, clinics, workshop (improvvisazione – arrangiamento – composizione – musica d’insieme – laboratorio di ear training – laboratorio di musica per bambini) e anche in questa circostanza sarà possibile frequentare ciascun evento a titolo gratuito. Il piccolo borgo medievale umbro di Collescipoli, in provincia di Terni, sarà un paese interamente coinvolto: l’intera comunità offrirà un servizio di accoglienza, sicurezza, ospitalità e ordine pubblico, e grazie alla Pro Loco di Collescipoli sarà aperta la taverna del paese e più punti ristoro così da offrire, dalla mattina alla sera, servizi di ristorazione per colazione, pranzo, cena e degustazioni di prodotti tipici.

Per ulteriori info è disponibile la pagina facebook