Cosmic Band rende bene l’idea, ma nulla la rende meglio dell’ascoltarli dal vivo. Mercoledi scorso, alla Casa del Jazz, ho assistito forse al concerto più elettrizzante di tutto il Festival 2013. Dieci elementi: Gianluca Petrella (direzione, trombone), Beppe Scardino (sax baritono), Francesco Bigoni (sax tenore), Mirco Rubegni (tromba), Giovanni Guidi (pianoforte), Gabrio Baldacci (chitarra), Alfonso Santimone (Fender Rhodes electric piano, synth, laptop), Francesco Ponticelli (basso elettrico), Federico Scettri (batteria), Simone Padovani (percussioni). I riferimenti: quello più esplicito a Sun-Ra, ma anche ai Weather Report e a Frank Zappa.
Suona poco, Gianluca Petrella, preferendo dirigere il suo nutrito ensemble aggirandosi freneticamente sul palco, dando istruzioni al volo ai suoi musicisti, scandendo il tempo per l’entrata di un nuovo strumento. La sensazione è di una improvvisazione quasi continua, con momenti atonali, atmosfere sintetiche, angoli swing. La serata inizia con Santimone che armeggia coi suoi synth, raggiunto poi da Guidi al pianoforte e, infine, da tutti i fiati e la ritmica ad incalzare la platea con riff di grande effetto.
Cosa piace di questa Cosmic Band di Gianluca Petrella? Certamente la grande energia, la capacità di Petrella di dare valore e far suonare al meglio ciascuno di questi giovani e bravi musicisti, la commistione di atmosfere e mood diversi, ben amalgamati e dosati in modo da risultare sempre nuovi all’orecchio, senza mai annoiare pur risultando complessi in alcuni passaggi. Grandiose, infine, le aperture dei fiati, quando la sezione si compatta per risuonare in armonizzazioni di grande impatto, facendo vibrare le corde più recondite di ognuno di noi spettatori. Un live che non solo è live, vivo, ma che rende tutti noi un po’ più vivi.