In tempi di crisi economica e sociale il tema del patto generazionale è un tema caldo. È giusto togliere garanzie e diritti ai giovani per cercare di mantenere lo status dei lavoratori più anziani? Ebbene sono qui alla Casa del Jazz anche stasera, ed ho davanti a me la soluzione a questo dilemma: sul palco Giovanni Tommaso, contrabbassista storico della musica italiana, coadiuvato da Roberto Gatto (batteria), altro musicista dalla lunga e prestigiosa storia, insieme a due giovani di grande talento come Enrico Zanisi (pianoforte) e Mattia Cigalini (sax alto), tutti riuniti sotto il nome di Giovanni Tommaso Quartetto Consonanti.
La sera, come sempre accade qui alla Casa del Jazz durante l’estate, è dolce e rilassante. In questo magnifico giardino, in mezzo ad alberi secolari, ci si sente veramente al sicuro, in pace col mondo, con la possibilità di bere qualcosa e ascoltare Jazz di ottima qualità. Ma stasera è una sera particolare. Da subito, il quartetto di Giovanni Tommaso ha modo di stupirmi, iniziando con un free non free: l’atmosfera è sì free, infatti, ma i musicisti sono qui particolarmente attenti al suono di ciascuno degli altri, e creano dei puntillismi di grande effetto che lasciano intuire delle parti scritte. Ma non è così, si tratta di puro e splendido interplay, dove ogni strumento ha un proprio spazio ed ogni suono una sua intrinseca necessità.
Ma ecco, il momento free non free svanisce, e fluidamente viene sostituito da un pedale ritmico, eseguito da piano-contrabbasso-batteria, sul quale si va ad innestare il tema, eseguito da Cigalini. Il brano, dal titolo Scioglilingua, prosegue con un mood ben diverso da quello diradato che la lunga intro aveva lasciato presagire: Cigalini si produce in un assolo alla Michael Brecker, dimostrando le sue ottime doti e la perfetta conoscenza del linguaggio. La temperatura sale, i raddoppi sono molto frequenti ed è impossibile non battere il piede.
Arriva poi Zanisi a cambiare le carte in tavola, spostando l’inquadratura sul suo punto di vista. Ed ecco che la musica, magicamente, si ricava uno spazio tra mente e cuore. Razionalità ed emozionalità convivono magnificamente all’interno del pianismo di Enrico Zanisi, il quale dà l’impressione di essere sempre alla ricerca di una nota nuova, quella che nessuno ha ancora mai suonato.
È la volta del leader, con un solo di contrabbasso fluido, cantabile, che dà ancora una volta una sterzata al brano. Fino al solo di Gatto, diretto ed essenziale, che riporta al pedale ritmico iniziale per poi passare all’ultima esecuzione del tema.
Cristallina, in perfetto equilibrio tra flutti melodici, insenature armoniche e scogliere ritmiche, la ballad che segue, Orizzonte. La quale, dopo l’esposizione del tema da parte del sax e l’assolo dello stesso Cigalini, lascia il posto ad un meraviglioso assolo di contrabbasso, quasi un altro tema, che ci guida naturalmente alla chiusura del brano senza ulteriori interventi solistici. Raramente mi è capitato di ascoltare un pezzo di tale bellezza, peraltro così splendidamente eseguito.
Ma non c’è solo melodia: ci sono i tempi dispari, ci sono gli up tempo, e c’è soprattutto un grande, riuscito connubio tra l’esperienza e bravura del leader (e del suo batterista di prestigio) e la freschezza, nonché altrettanta bravura, di Zanisi e Cigalini, i quali sono dei perfetti comprimari e danno un validissimo contributo all’ensemble. Questo a dimostrazione che il patto tra generazioni è possibile, e che bisogna dare opportunità a tutti coloro che lo meritano, giovani o meno giovani che siano, affinché il mondo del Jazz (e tutto il nostro mondo, in generale) vada avanti e si migliori.
Altri brani eseguiti sono: una incantevole versione di Profumo di donna, scritto da Armando Trovajoli e colonna sonora del film omonimo; Euphoria, Camarillo Hospital, Via Beato Angelico, a firma di Tommaso; nel bis, un classico come Long Ago And Far Away, pieno di vervoso swing.
Rimane un’ultima cosa da dire: a quando il disco di questa formazione? Prenoto da subito la copia numero uno.
