Il 21 giugno, nell’ambito della rassegna Massimo Jazz, all’Auditorium del Massimo, si è esibito il Gabriele Buonasorte Quartet, con Angelo Olivieri (tromba, flicorno), Mauro Gavini (basso elettrico), Mattia Di Cretico (batteria). I quattro hanno presentato il disco Forward, appena uscito per NAU Records. Abbiamo dunque colto l’occasione per scambiare due parole con Buonasorte.
[Jazz@Roma] Come nasce l’idea di Forward?
[Gabriele Buonasorte] Forward nasce con l’intenzione di raccontare in musica le immagini del mio vissuto e della mia contemporaneità. Per fare questo ho scelto un linguaggio semplice, diretto, senza troppi fronzoli tecnici, ma con un folto gioco di ritmi e linguaggi musicali che si mescolano tra loro, creando un amalgama di colori imprevedibili.
[J@R] Quanto conta l’affinità con gli altri musicisti?
[GB] Fondamentale, soprattutto quando la musica che si suona ha una forte componente improvvisativa, come nel mio progetto.
[J@R] Qual è secondo te la nuova frontiera del Jazz, ammesso che ci sia una nuova frontiera?
[GB] La nuova frontiera del Jazz deve parlare ad un pubblico più ampio, senza rinchiudersi nel suo elitarismo, deve comunicare emozioni e sensazioni, guardare oltre la cultura afroamericana delle origini, e cercare linguaggi più moderni.
[J@R] È difficile, oggi, produrre un disco di Jazz?
[GB] Produrlo in maniera seria è sempre più difficile, pochissime sono le realtà discografiche che fanno realmente “produzione” a trecentosessanta gradi, molte si limitano a stampare i dischi contribuendo in minima parte ai costi reali della messa in opera di un progetto musicale. Un artista dovrebbe potersi dedicare esclusivamente al lato creativo della sua opera, e poter contare su figure professionali che si occupino della vera produzione esecutiva in tutte le sue fasi, registrazione, promozione e distribuzione.
[J@R] Cosa ti auguri per il tuo futuro?
[GB] Mi auguro che questo mio ultimo lavoro venga riconosciuto ed apprezzato, così da poter fare altri passi avanti nella realizzazione della mia carriera artistica.
[J@R] E per il futuro della Musica?
[GB] Spero che la Musica venga maggiormente seguita e distribuita, e quindi sostenuta dalle istituzioni, così da poter migliorare il lavoro di tutti gli operatori del settore.
[J@R] Grazie Gabriele, ti salutiamo augurandoti il meglio possibile per la sua carriera!
Quanto a voi, vi diamo appuntamento al prossimo Jazz Talk.