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Horace Silver rivive grazie all’Orchestra Operaia

Serata tributo a Horace Silver, giovedì scorso alla Casa del Jazz. Il grande compositore e pianista, scomparso lo scorso anno, è stato omaggiato da Massimo Nunzi e dai suoi  “operai” con un repertorio inusuale, tratto dagli album meno suonati di Silver, quali Silver ‘n Brass e Silver ‘n Voices, usciti per la Blue Note rispettivamente nel 1975 e nel 1976.

Con il supporto dei Lone Arrangers, vale a dire Claudio Toldonato, Marco Vismara, Alberto Buffolano e Damiano La Rocca (in ordine di esecuzione), l’orchestra ha eseguito caldi e swinganti arrangiamenti di Adjustment (Toldonato), Dameron’s Dance e Togetherness (Vismara), New York Lament (Buffolano), Sophisticated Hippie (La Rocca), ed alcuni altri tratti dagli stessi album, oltre ad un brano di Nunzi dedicato proprio al musicista capoverdiano.

Elementi di prim’ordine, come sempre, nell’Orchestra Operaia, difficile esaltarne uno a scapito di un altro: oltre a Massimo Nunzi (direzione e arrangiamenti), c’erano Marta Colombo (voce), Mario Caporilli, Alessandro di Bonaventura (trombe), Stan Adams, Pierluigi Bastioli (tromboni), Claudio Giusti, Alex Tomei, Carlo Conti, Marco Guidolotti (sassofoni), Alessandro Gwis (piano), Manlio Maresca (chitarra), Lorenzo Feliciati (basso elettrico), Pier Paolo Ferroni (batteria), Claudio Toldonato, Marco Vismara, Alberto Buffolano, Damiano La Rocca (lone arrangers), ospiti speciali Francesco Lento (tromba), Flavio Spampinato, Elena Paparusso, Stefano Lenzi (vocals).

Una serata bella e densa di Jazz, la possibilità di ascoltare i brani meno noti di un grande e sottovalutato come Horace Silver, un finale scoppiettante con una carambolesca versione del Pinocchio di Fiorenzo Carpi. Tutte cose che fanno piacere e che ci fanno sperare che la Casa del Jazz stia vivendo una nuova primavera anche grazie al contributo della associazione MIDJ di Ada Montellanico che tanto sta facendo per la causa.

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Patrizia Scascitelli Italian Quartet

Ho avuto modo di vedere il quartetto di Patrizia Scascitelli, una delle prime (se non la prima) pianiste jazz italiane, che vive a New York dal 1981 ma che periodicamente viene a suonare in Italia. E per l’ennesimo anno ha fatto tappa al 28DiVino Jazz, dove si è presentata con i fidi Andrea Pace (sax tenore e soprano), Piero Simoncini (contrabbasso) e Carlo Battisti (batteria).

Un repertorio di brani originali, da lei scritti ed arrangiati, mescolati con brani di Horace Silver, scomparso lo scorso anno. La scrittura di Patrizia è fresca, come un soffio di brezza, si ascolti First Day Of Spring, con il quale si apre il concerto al 28DiVino, una minisuite che ad una prima parte a tempo moderato, con Battisti a scandire i quarti con i mallets, segue una seconda parte giocata in up-tempo, nella quale Simoncini e Pace hanno modo di scaldare i muscoli ed entrare pienamente in partita. Si ascolti anche Hudson Valley, un tema classico, cantabilissimo, che dà l’avvio al secondo set.

Non mancano il funky (Pink Flamingos, dedicato alla bassista Antonella Mazza) ed un tema claustrofobico come Madness, scritto di getto dopo l’attentato terroristico di Parigi.

I brani scelti per omaggiare Horace Silver sono Senor Blues, Adjustment, Pretty Eyes, Cape Verdean Blues e Peace, struggente ballad che non manca di toccare le corde più malinconiche del nostro inconscio.

Una serata classica, bella, godibile nelle armonizzazioni di Patrizia ed elettrizzante negli avviluppanti assoli di Andrea Pace, ottimamente supportati da una ritmica rodata come quella di Battisti e Simoncini.

Serata terminata con la piacevole intervista concessa da Patrizia alla nostra web radio.