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Fa male il Jazz

Una nuova pandemia minaccia Roma. Dopo anni in cui il Jazz stentava a riprendersi, stanco sopravvissuto ai fasti degli anni Settanta e Ottanta, ieri sera, all’Auditorium Antonianum, oltre 600 persone si sono radunate, vittime del nuovo virus capitolino di provenienza afro-americana: la Jazzit(e). Luciano Vanni, editore e direttore della rivista Jazzit, insieme con Gegè Telesforo, hanno dato vita ad un evento che il mondo del Jazz ricorderà a lungo, un evento durante il quale circa cinquanta jazzisti si sono esibiti intervenendo a titolo gratuito per fini benefici.

La quarantena è durata circa quattro ore: dalle ventuno all’una si sono succeduti sul palco musicisti giovani, musicisti nel pieno della maturità e del successo anche internazionale, musicisti che hanno fatto la storia del Jazz italiano.

Bello ed emozionante il momento della esibizione di Gianni Sanjust, Dino Piana, Riccardo Biseo, Giorgio Rosciglione e Gegè Munari, che si sono guadagnati una standing ovation per la loro classe ed eleganza senza tempo. Ho apprezzato tra le altre l’esibizione del chitarrista Gianluca Figliola e dell’organista Leonardo Corradi, giovani talenti dei quali ho già avuto modo di parlare, e le aperture pantonali del Pasquale Innarella Quartet. Particolarmente interessanti le esibizioni dei Fresh Fish e del trio Faraò-Tommaso-Manzi. Scoppiettante e pieno di groove il finale con la band di Gegè Telesforo, al quale si sono poi aggiunti Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani, Max Ionata.

Una serata all’insegna del divertimento e della musica, tanto che potremmo ribattezzarla il Primo maggio del Jazz. Una malattia altamente infettiva, questa Jazzit(e), che speriamo dia nuova linfa ed entusiasmo al pubblico del Jazz, che ha ampi margini per crescere, ed agli addetti ai lavori, artisti, promoter e gestori di club. La dimostrazione che, quando i mezzi di comunicazione si mobilitano (fondamentale è stato il lavoro di Gegè Telesforo in questo senso), anche il Jazz può aspirare a grandi numeri.

Una malattia per la quale speriamo non esista mai cura, ovviamente.

Hanno partecipato all’International Jazz Day 2014:

GeGé Telesforo, direzione artistica, voce percussioni
Aldo Bassi, tromba
Alessandro D’Anna , batteria
Amedeo Ariano, batteria
Antonio Faraò, pianoforte
Arnaldo Santoro, voce
Barbara Casini, chitarra voce
Claudio Fasoli, sassofono tenore
Daniele Tittarelli, sassofono contralto
Dario Deidda, contrabbasso
Dario Germani , contrabbasso
Dino Piana, trombone
Domenico Sanna, pianoforte
Ermanno Baron, batteria
Enzo Pietropaoli, contrabbasso
Fabio Zappetella, chitarra
Fabrizio Bosso, tromba
Flavio Boltro, tromba
Francesca Palamidessi, voce
Francesco Diodati, chitarra elettrica
Francesco Lento, tromba
Francesco Lo Cascio , vibrafono e percussioni
Gegè Munari, batteria
Gianluca Figliola, chitarra
Gianludovico Carmenati, contrabbasso
Gianni Sanjust, clarinetto
Giorgio Rosciglione, contrabbasso
Giovanni Tommaso, contrabbasso
Giuseppe Bassi, contrabbasso
Greta Panettieri, voce
Israel Varela, batteria
Karen Lugo, flamenco
Leonardo Corradi, hammond
Lorenzo Tucci, batteria
Luca Bulgarelli, contrabbasso
Luca Fattorini, contrabbasso
Luca Mannutza, pianoforte
Marcello Allulli, sassofono tenore
Marcello Di Leonardo, batteria
Marcio Rangel
Marco Silvi , pianoforte
Marco Valeri, batteria
Maria Pia De Vito, voce
Massimo Manzi, batteria
Matteo Cidale, batteria
Mauro Cimarra, batteria.
Mauro Gubiotti, pianoforte
Max Ionata, sassofono tenore
Pasquale Innarella, sassofoni, corno
Pino Sallusti, contrabbasso
Riccardo Biseo, pianoforte
Rita Marcotulli, pianoforte
Roberto Altamura, batteria
Roberto Pistolesi, batteria
Rosario Giuliani, sassofono alto
Stefano Di Battista, sassofono contralto e soprano

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