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Davide Di Pasquale al 28DiVino Jazz

Comincia all’insegna della qualità la nuova stagione al 28DiVino, con una programmazione interessante e sempre “no standard“, ovvero che privilegia il Jazz originale. E sabato sera è stato il turno di Davide Di Pasquale (trombone, flicorno) accompagnato da Andrea Frascaroli (piano elettrico),  Alessandro Del Signore (contrabbasso), Mattia Di Cretico (batteria).

Il concerto è dedicato alle Lezioni americane di Italo Calvino, e si basa sulla forma della suite: la leggerezza, resa come un omaggio a Miles Davis ed alla sua “leggerezza” nel Jazz, con un ostinato di basso sul quale si innesta il flicorno con sordina e le percussioni di Di Cretico, alla Rapidità, seconda delle lezioni americane resa con un brano di impronta cameristica, con Del Signore ad usare l’archetto ed il suono di Fender Rhodes a colorare le armonie con il suo timbro classico e avvolgente.

Concentrati e felicemente ispirati, i quattro musicisti hanno restituito una atmosfera intrigante, con momenti aperti da musica contemporanea, momenti funky, soul e a tratti più propriamente Jazz. Un mix di influenze ben amalgamate e filtrate dalla sensibilità di Di Pasquale e Del Signore, autori di tutti i brani originali presentati. Brani che confluiranno in un disco di prossima uscita e che consigliamo vivamente di ascoltare, appena sarà disponibile. Nel frattempo, il consiglio è di vedere questi quattro signori dal vivo, non appena vi capitano a tiro.

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Pagliani e Pieroni @ 28DiVino Jazz

Niente di meglio, per festeggiare il Santo Stefano, di una serata al 28DiVino Jazz, un club che non non manca mai di incuriosire e che, anche stavolta, mi ha incuriosito con il duo di Luca Pagliani (chitarra) e Fabrizio Pieroni (pianoforte). Una proposta, quella di Pagliani e Pieroni, che ha radici diverse ed altre rispetto al filone più propriamente jazzistico, ma che non manca di intrigare per raffinatezza e bellezza degli arrangiamenti. E dico arrangiamenti non a caso: tutti i brani sono infatti arrangiati minuziosamente, con tanto di parti call and response, contrappunti, armonizzazioni. E con caleidoscopici inseguimenti tra pianoforte e chitarra, durante i quali i due musicisti si passano la palla dell’improvvisazione.

Un repertorio diverso dal solito, dunque, che partendo da Edoardo Bennato fa tappa nella tradizione del canto natalizio per eccellenza, Adeste Fideles, per poi inerpicarsi verso il Brasile con lo scoppiettante choro Piano Pandeiro e Passarinho (di Hugo Fattoruso, pianista, percussionista, cantante, fisarmonicista, compositore e arrangiatore uruguayano) e con Curumim (di Camargo Mariano, pianista brasiliano). Nel mezzo, tanti brani originali come Eskerrikasko Nafarroa, che in basco significa “Grazie Navarra”, e che Pieroni ha dedicato alla provincia spagnola dove ha vissuto per tre anni; Gurdulù, sempre di Pieroni, dedicato al servo del cavaliere inesistente di Italo Calvino, Scena di mare con donna e cane (che già nel titolo – ma non solo – evoca atmosfere progressive) e Quando le donne avevano le ruote, entrambi di Pagliani, per finire con Non scordar la memoria, brano meditativo e cantabile scritto dal chitarrista Nicola Puglielli in omaggio a Massimo Urbani.

Come bis O sole mio, classicissimo di Eduardo Di Capua, con un andamento a milonga, di grande impatto, che dice una parola nuova e importante sul brano napoletano. E ce ne andiamo a casa contenti, non prima di aver avuto rassicurazione dai due sul fatto che, presto, incideranno un disco. Sarà di sicuro un buon anno.