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I Treetops tornano in concerto al Monk

Dopo il successo del concerto di maggio, i Treetops, la band romana prodotta da Pino Pecorelli (Orchestra Piazza Vittorio), suonano nuovamente al Monk, sabato 17 dicembre alle 22, per presentare il loro album d’esordio “Demetra”, un concept album pieno di vitalità e speranza, la voce di 7 ragazzi poco più che ventenni che hanno scelto lo sviluppo sostenibile come direzione da percorrere per un futuro migliore.

Nel solido e ramificato albero della musica contemporanea, i Treetops si pongono “sulle cime più alte”, quelle più moderne e originali, germogli freschi che sprigionano sin da subito il loro potenziale di bellezza e vitalità.

Nati nel 2017, inizialmente nelle aule della scuola di musica Saint Louis di Roma, per poi conoscersi con tutti gli altri elementi tramite Facebook, i Treetops vengono notati in uno studio di registrazione da Pino Pecorelli che decide di sostenerli nella produzione del loro primo album. 

I Treetops rispondono al nome di Anna Bielli (chitarra), Marcello Tirelli (tastiere), Luca Libonati (batteria), Simone Ndiaye (basso elettrico), Andrea Spiridigliozzi (chitarra elettrica), Eric Stefan Miele (sax soprano) e Daniel Ventura (sax tenore).

Groove, vitalità, improvvisazione e una solida consapevolezza di volere un mondo socialmente ed ecologicamente più sostenibile sono gli elementi fondanti che rendono la band guidata dalla chitarrista Anna Bielli unica nel panorama musicale italiano. Non è, quindi, solo la passione per la musica a tenere insieme la band, c’è molto di più: un’idea, una direzione, la scelta di cercare di vivere sempre nell’ottica del rispetto dell’uomo e del mondo che ci circonda. È su quest’idea che nasce il nome Treetops (cime degli alberi) e il loro primo album.

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Esce oggi Samba e Amor, il nuovo singolo di Miriam Netti

Esce oggi, su tutte le piattaforme digitali, il nuovo singolo di Miriam Netti dal titolo Samba e Amor, una canzone nella tradizione della bossanova e della MBP (musica popular brasileira), scritta nel 1969 dal compositore brasiliano Chico Buarque de Hollanda durante il suo esilio italiano e pubblicata due volte nel 1970 con l’album Per un pugno di samba con Ennio Morricone e la sua Orchestra – Polygram/Philips e l’album Chico Buarqe de Hollanda N.4, CBD/Philips (produttore Manuel Barenbeim).

https://timezonerecords.lnk.to/sambaeamor

La canzone fa parte de La Bossa Vol. II, il nuovo album della cantante jazz Miriam Netti, in uscita il prossimo 4 febbraio e che fa parte di un progetto di musica dal vivo, che unisce jazz e musica italiana. Per ora include due album in un blocco omogeneo: La Bossa e La Bossa Vol. II.

La Bossa nasce dal desiderio di proporre e interpretare in modo più personale e intimo le più belle canzoni italiane e internazionali di tutti i tempi. È un esperimento coraggioso e onesto che non rifugge dai cliché e dai limiti di una produzione meno arrangiata e più spontanea, ma si cimenta volentieri con le avvincenti interpretazioni dei “grandi” del passato. La Bossa riflette il patrimonio e le tradizioni musicali italiane di Miriam Netti che la hanno educata e ne hanno influenzato lo stile e la creatività. Sì, creatività, perché reinventare le canzoni può essere una sfida quando ci sono già così tante belle versioni là fuori. Richiede intuizione, conoscenza e libertà artistica dal consueto e dal convenzionale. La Bossa è un bagaglio di esperienze, è come il peso specifico dell’artista. E se il peso è giusto deve andare in profondità!

La selezione musicale de La Bossa spazia dal secolo scorso ai giorni nostri.
La Bossa: Ivan Lins, Betty Carter, Robert Russell, Luigi Tenco, Marino Marini, Fred Buscaglione, Joao Bosco, Milton Nascimento, Ornella Vanoni.
La Bossa Vol. II: Henry Mancini, Quincy Jones, Bruno Martino, Elis Regina, Chico Buarque, Ennio Morricone e Piero Piccioni, Armando Trovajoli e Joao Donato.

La Bossa è l’italiana tedesca Miriam Netti alla voce e arrangiamenti, l’italiano/belga Bruno Castellucci alla batteria e arrangiamenti, il finlandese Johnny Åman al basso e arrangiamenti e lo svedese Johan Leijonhufvud alla chitarra e arrangiamenti.

Sei domande a Riccardo Fassi

[Maurizio Alvino] Sono con Riccardo Fassi, pianista e tastierista ma anche compositore e arrangiatore. Ma tu, Riccardo, come ti definiresti?

[Riccardo Fassi] Sono un musicista curioso di conoscere tutte le forme musicali dal passato ad oggi, sia nel Jazz che nella musica in generale. Interessato a cercare nuove idee in me e nei musicisti con cui collaboro. Determinato a cercare attraverso la musica un continuo scambio di energia sia tra i musicisti che con il pubblico.

[MA] Ieri è stata la Giornata Internazionale del Jazz ed hai condiviso, sulla tua pagina Facebook, un video inedito dove sei con Tom Bones Malone ed il Massimo Pirone 5tet al Festival Jazz di Valmontone. Tom Malone ha suonato con Frank Zappa, con la Blues Brothers Band e con la CBS Orchestra del David Letterman Show. Diciamo che tu non sei nuovo a collaborazioni internazionali. Ma secondo te il Jazz è davvero un linguaggio che mette d’accordo tutti, in qualunque parte del mondo si sia nati? C’è qualcosa di magico in questo, non trovi?

[RF] Il Jazz è diventato un linguaggio universale che permette a persone di ogni continente e lingua di comunicare tra loro ad un livello di sintonia emotiva che va oltre la parola. Sicuramente l’improvvisazione è una forma di magia, che consente a persone lontanissime e con storie diverse di trovare un punto di incontro ad un livello profondo di coscienza.

[MA] Da sempre apprezzo il tuo modo di comporre, sia al livello di arrangiamento ma anche la tua capacità di creare melodie avviluppanti e sinuose. Come sviluppi le tue idee? Hai un flusso di lavoro preciso o dipende dalle situazioni?

[RF] Le idee possono sorgere spontaneamente: a volte mi sembra davvero che qualcuno mi stia dettando le note… altre volte viene richiesto un brano o un programma particolare. Annoto idee melodiche, tracce, armonie, linee e il procedimento può essere diverso, ma ho sempre molti spunti di partenza che poi si materializzano in un brano. Quindi si va dal processo puramente emotivo ad una determinazione costruttiva, specie nel lavoro di arrangiamento.

[MA] Pianoforte, sintetizzatori, organo Hammond… sono tanti gli strumenti a tastiera che padroneggi. Puoi raccontarci cosa racconti con gli uni e con gli altri ?

[RF] Ogni strumento ha una sua anima, un suo suono; è una porta che apre tante prospettive. Il piano ha possibilità infinite, ed è estremamente diretto. È lo strumento col quale è possibile esprimere ogni intenzione emotiva. I sintetizzatori hanno ognuno delle particolarità: il Minimoog ha un colore e densità sonora molto coinvolgenti e diverse da altri synth. Per questo ho registrato delle improvvisazioni in solo su YouTube con questo strumento. Con i synth polifonici come Oberheim o Prophet posso suonare cose che hanno una vastità orchestrale completamente diversa dal piano. L’ Hammond è molto più vicino al blues, al groove, ed è uno strumento che scatena energia ritmica, come in modo diverso il Rhodes Piano, per me fondamentale ed insostituibile in molti contesti musicali!

[MA] La domanda d’obbligo è sulla pandemia e sul forzato stop al lavoro di molti musicisti, che si sono visti precludere la possibilità di esibirsi dal vivo. Come l’hai vissuta, e come la vedi in prospettiva?

[RF] L’impatto iniziale è stato per tutti molto scioccante! Una drammatica condizione per noi musicisti abituati a viaggiare e suonare incontrando sempre nuove situazioni. Queste cose sono mancate molto a tutti. Ho studiato molto e scritto pezzi e arrangiamenti nuovi, provando nuove idee che saranno proiettate in un prossimo futuro. La prospettiva di ripresa è comunque incerta, perché ci vorrà del tempo affinché gli spazi per la musica tornino a vivere come un anno e mezzo fa. La normalità dei teatri pieni tornerà molto lentamente e chissà quando. IEd i video come le esecuzioni in streaming sono un ambito in pieno sviluppo che potrà sempre di più affiancare il live!

[MA] Che progetti hai per il prossimo futuro, soprattutto in un futuro incerto come quello che hai appena delineato?

[RF] Per il futuro ho una lista di progetti sia per orchestra che per piccole formazioni dal duo, al trio al quintetto. Nell’immediato sarà più facile ripartire con queste piccole formazioni. Un nuovo quintetto con musica originale era in preparazione prima della pandemia e sicuramente si riprenderà. Spero che anche l’orchestra in estate si possa fare! Ho un nuovo progetto con Antonello Salis già pronto! Anche in ambito video ci sono diversi progetti in cantiere: anche con sintetizzatori vintage da esplorare nelle loro infinite possibilità!

Cinque domande a miriam netti


[Maurizio Alvino] Sono con Miriam Netti, cantante jazz, possiamo dirlo? O meglio dire semplicemente cantante? In altre parole: chi è Miriam Netti?

[Miriam Netti] Sono una cantante jazz, così come sono una musicista e un’insegnante e anche un’artista più in generale, faccio della mia vita la mia forma d’arte, sono quello che ho fatto quello che faccio e quello che ho in testa e nel cuore.

[MA] Nel video di Piccole mele verdi, tratto dal tuo album “La bossa”, sei alle prese con la cucina. In fondo il parallelo tra jazz e cucina è stato usato anche da Miles come metafora del suonare jazz, ma viste le tue origini baresi mi viene da pensare che la Puglia abbia un ruolo importante in questa metafora… che poi tanto metafora non è, visto quanto si mangia bene a Bari!

[MN] Non cucino volentieri ma, da buona pugliese, mi piace mangiar bene e in compagnia. Il video di “piccole mele verdi” che puoi trovare sul canale https://youtube.com/c/miriamnetti è stato il mio primo video ufficiale e volevo che restasse in linea con la scelta musicale, per questo racconta con onestà la Miriam di tutti i giorni, quella vera, un po’ caotica, che cammina scalza in casa, ma che accoglie e che vuole far stare bene.

[MA] Mi capita di sentir dire “eh ma il jazz è di nicchia”, e allora io rispondo che solo in Italia esistono decine e decine di piccoli e grandi festival jazz. Secondo te per quale motivo alla fine il jazz vive a dispetto dei preconcetti di molti?

[MN] Penso di poter dire a ragione veduta, da cittadina europea che l’Italia e gli italiani più di altre nazionalità sono molto grati alla musica dal vivo; per gli italiani la musica diventa uno dei momenti dello stare insieme, del “sentire insieme” e dell’Unione spirituale. Penso alle piazze d’arte italiane che uniscono al passeggio l’incontro, la chiacchiera , le bellezze architettoniche e artistico/scultoree. È nella nostra indole, nella nostra storia. Il jazz arriva tardi nella nostra storia; è di nicchia, ma si combina bene al concetto della fruizione facile e immediata in quanto forma di improvvisazione, della “piazza italiana” .

[MA] La domanda d’obbligo è sulla pandemia e sul forzato stop al lavoro di molti musicisti, che si sono visti precludere la possibilità di esibirsi dal vivo. Come l’hai vissuta, e come la vedi in prospettiva?

[MN] La pandemia ci sta portando via la “piazza italiana”, l’incontro e il confronto, cosa ci resta senza la piazza? Io personalmente non vorrei che la musica prodotta dalle grandi case discografiche, spesso individualista e alle volte cinica, vincesse ancora più spazio. Una riflessione di massa è necessaria.

[MA] Che progetti hai per il prossimo futuro, soprattutto in un futuro incerto come quello che ci si prospetta davanti? E il mio non vuole essere un tono pessimistico, piuttosto uno sprone a reagire al meglio.

[MN] Il 6 agosto 2021 esce il disco The Art Of Jazz. Nasce casualmente in una sessione di un giorno in studio di registrazione dove inizialmente ero stata invitata a cantare un paio di pezzi per una etichetta danese, puoi già sentire il primo singolo Who Can I Turn To su tutte le piattaforme digitali, il secondo singolo May I Come In si può già ordinare a questo link https://miriamnetti.lnk.to/Come e a settembre incido il mio prossimo album; sarà un La Bossa Vol.II.

Jazz Online

Se stai cercando jazz online potresti essere interessato ad abbonarti ad un servizio in streaming che ti consenta di ascoltare la musica senza dover scegliere un cd, metterlo nel lettore, ecc. Mi rendo conto che mettere un cd è già un gesto molto antico, e che il tempo che viviamo non sia più troppo indulgente verso quei riti che richiedevano il loro momento, e che aggiungevano valore all’esperienza di ascolto. Di seguito ti propongo tre soluzioni offerte da Amazon.

Amazon Music Unlimited

Se sei tra coloro che non hanno voglia nemmeno di digitare il nome di un artista, puoi ascoltare jazz online aderendo all’offerta, gratis per i primi 30 giorni, di Amazon Music Unlimited. Con questa piattaforma, abbinata ad un dispositivo come Amazon Echo Dot, puoi chiedere ad Alexa la musica che vuoi ascoltare, senza dover muovere un dito e senza nemmeno dover aprire il computer, rimanendo comodamente sul divano. Irresistibile, vero?

Download di MP3

Una ulteriore possibilità è quella di scaricare MP3 ed ascoltarli comodamente sul tuo smartphone o iPod. In questo caso puoi trovare pane per i tuoi denti in questa selezione di MP3 jazz.

Vinili e CD, che passione

Infine, se hai invece ancora voglia di ascoltare un cd, o addirittura un vinile, ti segnalo qui una ampia scelta di cd e vinili tra i quali attingere.

Conclusioni

Dunque non hai più scuse per non ascoltare la musica che preferisci, che sia jazz o di qualunque altro tipo. D’altra parte la musica è l’arte che ci mette in contatto con la nostra anima e le nostre emozioni più profonde, perché privarsene?

CARTE BLANCHE – Un nuovo spazio per la musica a Roma

kapi-web

Si inaugura con un progetto inedito in Italia una rassegna di esperienze musicali presso gli spazi dell’Associazione Culturale InFunzione. CARTE BLANCHE è un progetto di Paolo Soriani, che nel corso della stagione 2017/18 vedrà soprattutto progetti inediti, prime assolute, incontri tra musicisti ed altri ambiti artistici (pittura, poesia, letteratura, video-arte, fotografia), il tutto a stretto contatto con il pubblico che sarà coinvolto in presentazioni, letture, incontri prima e dopo i concerti, il tutto condito da aperitivi e sfizi culinari.

 Gülün Allulli De Raymondi trio – KAPI

Venerdì 27 Ottobre

A.C. InFunzione – Via di Pietralata 157 
h.19 prove aperte e aperitivo con gli artisti
H.21.30 concerto

KAPI PROJECT : GÜLÜN-ALLULLI-DE RAYMONDI

L’amicizia e l’affinità musicale tra Marcello Allulli, Emanuele de Raymondi e Selen Gülün, nata durante la frequentazione dei corsi al Berklee College of Music di Boston (USA), ha portato i tre musicisti a sviluppare l’interesse, nel corso degli anni, per un progetto multiculturale. Le musiche originali del trio sono la sintesi, dei viaggi, dei luoghi ed esperienze vissute dai singoli musicisti e attraverso un vero e proprio lavoro di squadra, ognuna delle composizioni ha sviluppato la propria anima più profonda. Il progetto é nato da veri e propri sketches musicali di De Raymondi, idee che, insieme al sassofono di Allulli, sono diventate composizioni con delle linee melodiche sempre più definite e campioni per costruire sample originali. Gülün ha trovato affascinante l’idea di creare musica e tessiture sonore anche separatamente dal gruppo e il suono del piano e della voce si sono adatti con naturalezza a queste composizioni. Quando si sono incontrati a Roma nel marzo 2013, i tre artisti hanno portato nuove idee, veri e propri schizzi compositivi e testi poetici, aiutando a definire i brani con le loro voci musicali Il disco KAPI ne é la testimonianza, un lavoro discografico realizzato e registrato tra Roma e Istanbul presso gli studi della Bilgi University. KAPI, che significa “Porta” in turco, é stato pubblicato nel 2016 da EvArt – Arte ed Eventi e sulle piattaforme digitali nel 2017.  https://itun.es/it/AKYdib Nel mese di marzo 2017, Allulli e Gülün si sono riuniti per #KAPIjapan, il primo tour in Giappone e si sono esibiti nei più prestigiosi club di Tokio e Chiba. In questo tour, hanno aperto la “porta” per le future collaborazioni interdisciplinari, come la musica, la pittura-video dal vivo e la poesia. Le foto e video del tour possono essere visti in http://facebook.com/gulunallullideraymondi e al #KAPIjapan hashtag su Instagram.

SELEN GÜLÜN – voce e piano
MARCELLO ALLULLI – sax
EMANUELE DE RAYMONDI – chitarra ed effetti

INGRESSO POSSESSORI TESSERA ARCI: 10€
TESSERA ARCI: 6€ (valida dal 1 Ott 2017 al 30 Sett 2018)

Per maggiori info:  320 173 0117

O visitate la pagina FB https://www.facebook.com/inFunzione/

Di Majo,Martini,Colonna THE SAXOPHONE TREE

 

TheSaxTre-2

MERCOLEDI 21 GIUGNO
ore 22.00
THE SAXOPHONE TREE
Marco Colonna : composition, Baritone Sax
Danielle Di Majo: Alto Sax
Claudio Martini : Tenor Sax

Tre sax, tre musicisti, tre anime legate alle sonorità blues e jazz che dal palco del 28Divino daranno fiato alle emozioni più pure dell’avanguardia afroamericana. Emanazione del lavoro “The Joyful Breath of the Dragon” il trio di sax è lo strumento per composizione legate all’avanguardia afroamericana, fortemente colorate di blues e potenti nel suono profondo dell’ensemble.Jazz nella sua essenza di denuncia e ricostruzione, con uno sguardo alle avanguardie ma con un profondo senzo di appartenenza al pubblico e all’ascoloto “emotivo”

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28DiVino Jazz – http://www.28divino.com
via Mirandola, 21 – 00182 Roma
Tel 340 8249718

Live a Ingresso Libero a Cappello

La settimana in Jazz al 28Divino Jazz club

MARTEDI 30 MAGGIO
ore 22.00
JIMBO TRIBE
Lewis Saccocci, piano
Dario Piccioni, contrabbasso
Nicolò Di Caro, batteria
Feat. ANTONELLO SORRENTINO, tromba.
I JIMBO TRIBE lavorano sul loro prossimo album ( il secondo)  che sarà registrato a breve. Quale migliore occasione per “provarlo” LIVE , se non al 28Divino Jazz?
Vi aspettiamo Martedi sera !
Il nuovo jazz italiano continua a crescere e il concerto di stasera ne è la dimostrazione. Tre talenti, giovanissimi e già riconosciuti per la loro vena creativa oltre che per le doti musicali. Lewis Saccocci al pianoforte, Dario Piccioni al contrabbasso e Nicolò di Caro alla batteria sono il Jimbo Tribe: un progetto in grado di spaziare dalle intime atmosfere che richiamano il jazz europeo ad un sound carico di groove e ritmi mediterranei.

Il repertorio è costituito da brani originali e riadattamenti di alcuni brani della tradizione jazzistica. Freschi della vittoria al concorso “Chicco Bettinardi 2017”, presenteranno la loro opera prima, di recente pubblicazione per l’etichetta Alfa Music: “Jimbology”.

“…Un’ottima pagina italiana nel panorama del Jazz contemporaneo, un Soggetto in Trio che plasma  Note con Pathos ed eleganza, con la naturalezza di chi ha compreso il senso del Passato ed ha intuito le molteplici possibilità del  Divenire.”
(Fabrizio Ciccarelli) Leggi tutta la recensione: http://www.romainjazz.it/index.php/recensioni/182-jimbology-jimbo-tribe

JimboTribeFlyerFB30maggio
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MERCOLEDI 31 MAGGIO
ore 21.45
AB BAARS & IG HENNEMAN con i ROOTS MAGIC
Dopo un set d’apertura del duo Ab Baars e Ig Henneman, i due musicisti olandesi si uniranno a Roots Magic per un set in cui il repertorio del gruppo verrà presentato in una versione inedita per sestetto.

Ab Baars – sax tenore, clarinetto, shakuhachi
Alberto Popolla – clarinetto, clarinetto basso
Errico De Fabritiis – Sax alto e baritono
Ig Henneman – viola
Gianfranco Tedeschi – contrabbasso
Fabrizio Spera – batteria

Ab Baars e Ig Henneman sono due fra i musicisti più rappresentativi della scena del Jazz e della musica improvvisata Olandese.
Il duo è nato a Roma nel 1999 in occasione del Festival “ControIndicazioni” e da allora si è esibito in Olanda, Germania, Inghilterra, Giappone, Norvegia, Canada e Brasile.

Ab Baars, uno dei più originali sassofonisti europei, oltre a guidare il trio con Wilbert De Joode e Martin Van Duinhoven e a collaborare con The Ex,
è da anni una delle colonne della storica ICP orchestra di Misha Mengelberg e Han Bennink.

Ig Henneman è violista, compositrice e leader di varie formazioni a cavallo fra musica contemporanea, Punk, Jazz e improvvisazione, tra cui il Queen Mab
Trio e più recentemente con il quartetto con Ingrid Laubrock, Tom Rainey e Ab Baars.

ROOTS MAGIC: Un “Gruppone” ! Una sorta di Avant-Blues Repertory Band !
La musica suonata da Roots Magic attinge ai due estremi della tradizione musicale afro americana. Da Blind Willie Johnson e Charlie Patton passando
per Ornette Coleman, John Carter, Sun Ra e Phil Cohran, fino a Julius Hemphill e Olu Dara. Dal Delta Blues al Jazz Creativo, un repertorio calibrato intorno all’idea di reinvenzione della radice Blues fra tradizione e innovazione.

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SABATO 3 GIUGNO
ore 22.30…22.45
Mel Freire & Giulia Salsone Duo.
MELISSA FREIRE, voce
GIULIA SALSONE, chitarra

Il duo è incontro musicale tra la cantante brasiliana Mel Freire e la chitarrista italiana Giulia Salsone che nasce a Roma qualche anno fa. La loro collaborazione s’intensifica grazie al desiderio comune di ricercare e approfondire le varie forme espressive della musica brasiliana, dal samba antico a quello dei giorni nostri, dai ritmi carioca dello Choro a quelli bahiani dell’Afrosamba fino alla musica del Minas Gerais, regione di cui è originaria e dove risiede Mel Freire. Tanti sono gli autori riproposti dalle due artiste assieme a varie composizioni originali.
Un mix di suoni, ritmi ed emozioni accompagnati dalla gioia di ritrovarsi ogni volta sul palco assieme”.

Un mix di suoni, ritmi ed emozioni accompagnati dalla gioia di ritrovarsi ogni volta sul palco assieme”. e spesso con percussioni a sorpresa 🙂

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Sotto il Jazz Club:
Ingresso con prima consumazione inclusa 12,00 euro
Sopra Wine Food Bar e chiacchiere tra amici Ingresso Libero
Cena dalle 20.00
Info Prenotazioni: 340 82 49 718
via Mirandola, 21 – 00182 Roma
all info http://www.28divino.com