
Dopo averlo intervistato, ecco l’occasione per vederlo dal vivo. Filippo Cosentino, chitarrista e compositore, presenta il suo disco Lanes al 28DiVino. Due set, il primo in solo, il secondo in trio con Mauro Gavini (contrabbasso) e Mattia Di Cretico (batteria). E vengono fuori due diversi aspetti di Filippo: quello introspettivo nel primo set, quello estroverso nel secondo. Una sola persona e due modalità, la “buona” e la “cattiva”.
Si inizia con la “buona”, con una ballad che definirei rock-melodica, basata su lunghi arpeggi e atmosfere diradate. Si passa poi per una nuova versione di Hassan’s Dream, diversa da quella del disco, eseguita con la chitarra baritonale e ancora più intimista, proseguendo così fino a Lanes, la title track.
Eccoci al secondo set, la parte “cattiva”. Mauro dà l’attacco eseguendo al contrabbasso il tema di Blue Monk, accompagnato da un leggero ritmo funky di Mattia. E dopo l’esposizione del tema si passa agli assoli, dove Filippo ha modo di scatenarsi fraseggiando allegramente e raddoppiando di tanto in tanto. Le sue influenze sono nettamente blues, con utilizzo prevalente di pentatoniche e scale alterate. In Solar vengono fuori anche altre influenze, direi spagnole ed arabe. Il concerto prosegue poi tra brani presenti sul disco, brani nuovi, standard rivisitati (molto intrigante la versione di All Of Me eseguita con ritmo bossanova), e un brano di Chick Corea.
Due set diversi, due anime, due modi di suonare, due diverse persone che coesistono nello stesso musicista. In fondo è la metafora di ognuno di noi e la metafora della vita, no?
