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My One And Only Planet

Metti una pandemia, che costringe buona parte del mondo civilizzato chiuso in casa. Metti una emergenza climatica sempre più pressante. Metti la sensibilità ai cambiamenti climatici di un gruppo di artisti e la loro urgenza di rappresentarla.

Da tutto questo nasce My One And Only Planet, disco solitario ma corale, dove Lucia Ianniello (tromba), Roberto Cervi (chitarre), Paolo Tombolesi (piano e tastiere), Mario Mazzenga (basso elettrico) e Grant Calvin Weston (batteria) suonano, ognuno da casa propria e per lo più improvvisando, delle parti alle quali in seguito si aggiungono le parti degli altri in una stratificazione che va a comporre il brano nella sua interezza. Un procedimento che può sembrare forzato, innaturale, soprattutto in ambito jazzistico, che invece sortisce un sorprendente effetto “live“, dove si percepisce una sorta di “interplay differito”.

Il disco si connota per l’alternarsi, tra un brano corale e l’altro, di un interludio a firma, di volta in volta, di uno solo dei musicisti dell’ensemble. L’intento, ci pare, è quello di voler rivendicare la solitudine ed il senso di frustrazione sopportato durante il lockdown, solitudine però rielaborata e restituita in forma di musica salvifica.

Atmosfere dilatate alternate a ritmi più incalzanti, il disco si svela con elegante leggerezza alle nostre orecchie, finemente condotto dalla batteria di Weston e tenuto alla briglia dal basso di Mazzenga. La tromba di Lucia Ianniello surfa con agio sopra le armonie sospese di Tombolesi e Cervi, i quali si compendiano tra loro con grande intesa.

Col primo brano, Over The Wind, già capitoliamo. Le note ci avviluppano fumose e placide, trascinandoci in un gorgo oscuro ma rassicurante. E se in New Drop l’amosfera si fa bluesy, con l’organo che si aggiunge alla chitarra, in Yellow Ladybug veniamo riportati nei territori della fusion, per poi essere proiettati nelle lande più ardite del free con Sea Swallow prima e Ocean on Fire poi.

Un disco che vuole essere un motivo di riflessione, di allarme, ma il cui ascolto è al tempo stesso rassicurante.

Sul press kit allegato al disco, uscito per Freely Records il 29 gennaio 2022, si legge:

Nel momento in cui i cambiamenti climatici mettono a repentaglio il futuro del genere umano sul nostro unico e solo pianeta, l’esperienza della pandemia ci ricorda che nessuno si salva da solo, ma che c’è bisogno di una presa di coscienza e di un lavoro collettivo di tutti i popoli della Terra.

https://www.freelyrecords.com/

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Maintenant, primo disco da leader di Lucia Ianniello

Una suggestiva introduzione del pianoforte di Paolo Tombolesi, sognante e con accenti progressive, poi la tromba di Lucia Ianniello che dipinge volute melodiche concentriche, a tratti doppiate dalla voce di Diana Torti. È il magico inizio di Maintenant, il primo disco da leader di Lucia Ianniello appena uscito per Slam. Uno sweep di sintetizzatore, e l’atmosfera si fa più rarefatta. Stavolta la tromba è effettata, il richiamo più evidente è Jon Hassell, ed il respiro si fa ampio, la musica diventa il ritmo del cuore pulsante di Madre Terra.

Il disco bilancia e fonde diverse sensibilità: melodia, elettronica, ricerca timbrica. E se Maintenant, primo brano e title track del disco, è un paesaggio sonoro rarefatto e moderno, con Ballad for Samuel (Horace Tapscott) si torna al classico duo piano e tromba, per poi virare verso il contemporaneo con Our Summer, con Paolo Tombolesi a contrappuntare la tromba di Ianniello,  in un reciproco continuo inseguirsi dei due solisti.

Ancora atmosfere rarefatte in Other, brano a firma della leader, con la vocalità di Diana Torti a guidare il flusso sonoro, contrappuntata dalla tromba di Lucia Ianniello. Epiche ed entrambe dall’incedere elegante le due tracce a firma di Jesse Sharps,  con la chitarra di Giuseppe La Spina a disegnare con tratto impressionista (Desert Fairy Princess), e con momenti di apertura ed improvvisazione totale (Desert Fairy Princess e  Peyote Song No. III), mentre Sicily è uno struggente omaggio alla terra di origine di Giuseppe La Spina, prematuramente scomparso poco dopo la registrazione del disco.

L’ultima traccia, Préliminaires Amoureux (Lucia Ianniello), chiude con grazia l’intero lavoro, lasciando nella bocca dell’ascoltatore un sapore buono e fragrante, quello di un piatto ben bilanciato e condito con gusto. Decisamente consigliato.

Lucia Ianniello, Maintenant (SLAM, 2015)

Tracce: Maintenant/Ballad For Samuel/Our Summer/Desert Fairy Princess/Other/Peyote Song No. III/Sicily/Préliminaires Amoureux

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Lucia Ianniello Official

Maintenant @ 28DiVino Jazz

Un progetto diverso dal solito, questo Maintenant di Lucia Ianniello, che ho potuto gustare dal vivo al 28DiVino Jazz. In una serata particolare, purtroppo venata di tristezza visto che il concerto è stato dedicato a Giuseppe La Spina, il chitarrista del gruppo da poco scomparso per un incidente stradale. Ma, come spesso accade, ad una tristezza segue una speranza, e dunque ecco che il club si illumina di nuova luce, uno sguardo in prospettiva sul futuro.

Lucia Ianniello (tromba, composizioni e arrangiamenti), Diana Torti (voce), Paolo Tombolesi (piano, synth), Riccardo di Fiandra (basso elettrico). Le composizioni sono ispirate e liriche, angolose ed oniriche. La tromba di Lucia Ianniello è ben compendiata dalla voce di Diana Torti (In These Last Days), mentre l’utilizzo della loop station e del synth ben si addice a creare un mood moderno (come nel duo synth/tromba in Maintenant). Atmosfere contemporanee, che rimandano talvolta a Berio, con un occhio al blues più classico, come traspare dal playing di Paolo Tombolesi in Dans le coeur de gens. Ottimo anche Riccardo Di Fiandra, che ben sorregge l’impalcatura armonica dei brani.

Un progetto interessante, poetico, del quale è già pronto un disco di prossima pubblicazione. Da tenere d’occhio.