The Colour Identity è il progetto presentato sabato sera al 28DiVino Jazz dal Mauro Sigura Quartet, quartetto jazz fatto da musicisti provenienti dal Jazz ma anche dalla World Music, dalla Classica, dal Punk. Mauro Sigura (oud), Gianfranco Fedele (piano, elettronica), Tancredi Emmi (contrabbasso), Alessandro Cau (batteria, elettronica) hanno dato vita ad un concerto denso, pieno di colori, pregno del cosiddetto sound “mediterraneo” ma non solo.
Quello che colpisce, in questo caleidoscopio di colori e suoni, è la naturalezza con la quale questi coesistono e danno modo all’ascoltatore di specchiarsi. Facile ritrovarsi e riconoscere almeno parte di un proprio percorso, sia per la varietà dei generi di provenienza dei musicisti, sia per l’atmosfera che via via viene a crearsi durante la performance, quando distesa e rilassata, quando nervosa e pressante, quando più marcatamente europea e quando più esotica. Un excursus attraverso la musica araba, già a partire dall’uso di uno strumento come l’oud, ma anche greca (si ascolti il brano The Secret Conflict Of Piraeus, basato sulla scala cosiddetta “piraeoticos”, vietata per legge fino agli anni Sessanta) e nord europea.
Tutti e quattro i musicisti dimostrano ampia maturità artistica, sensibilità e rilassatezza, e sono in perfetto equilibrio tra loro. Un vero ensemble, insomma, dove, per dirla alla Totò, è la somma che fa il totale. Siamo davanti a ottime individualità che insieme danno un altrettanto ottimo risultato.
Un percorso, quello di Mauro Sigura e del suo quartetto, che li ha portati ad esibirsi fino a Tunisi davanti ad una numerosa e calorosa platea, segno tangibile di quanto questi musicisti siano entrati in empatia con quella cultura musicale, ed una contaminazione interessante, eufonica, che ci sentiamo di incoraggiare come una direzione possibile per la musica di là da venire. Da ascoltare se vi capitano a tiro.
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