Si va via da Collescipoli con la consapevolezza che qualcosa di bello sta accadendo per il Jazz, qui. È nata una fiera campionaria dove ogni artista, senza pagare nulla, può esporre la propria musica con lo scopo di trovare una etichetta, un contratto o un ingaggio. Dove è possibile chiacchierare con Michael Cuscuna di Jazz e discografia. Dove in una passeggiata di pochi minuti in un borgo medioevale fantastico, si possono ascoltare le proposte musicali più diverse, dal MAT Trio di Marcello Allulli ai Triad Vibration. Dove due suonatori che improvvisano un duo in piazzetta sono in realtà dei meravigliosi musicisti. Per chi ama il Jazz, un sogno che si avvera. Per chi lo scopre qui, l’occasione per iniziare ad amarlo.
Quasi ventimila presenze in tre giorni, centinaia di musicisti, grande feeling. Tutto questo deve farci riflettere che il Jazz non solo è vivo, ma può dare del filo da torcere alla cosiddetta musica commerciale in termini di partecipazione, ascolto, e di business in generale. Un grazie a Luciano Vanni, direttore della rivista Jazzit e promotore del Jazzit Fest, che mi ha ospitato, e che ha dato carta bianca a me ed agli altri blogger, tra i quali cito Cristiana Piraino di Roma Live e Andrew Holgate di Roma Jazz. Un grazie a Daniela Floris per l’amicizia, è stato un piacere parlare di Jazz anche in questa occasione. W il Jazzit Fest!
