Inizia bene la stagione al 28divino Jazz (sempre sotto la direzione artistica di Marc Reynaud), con il quartetto di Paolo Pavan (piano), che schiera Davide Marinacci (sax tenore), Carmine Juvone (contrabbasso) e Francesco Merenda (batteria). Si presenta l’album The Swing Of Things, di recente uscita. Le composizioni, a firma di Pavan e Marinacci, si ispirano ad un piacevole mainstream e rielaborano influenze funk, bop e hardbop.
La serata è densa di swing e ritmo, ed il pubblico gradisce molto la performance del quartetto, che già si era esibito all’Appio Claudio in Jazz 2014, una delle poche rassegne dell’Estate Romana sopravvissute alla falcidie di festival Jazz della Capitale.
Ho particolarmente apprezzato il playing di Pavan, che si è dimostrato bravo e generoso. Non meno generosi i suoi sodali Marinacci, Juvone e Merenda. Particolare successo ha riscosso un brano, a firma di Pavan, di classica impronta sudamericana, brano la cui esecuzione ha scaldato non poco gli animi degli ascoltatori. Non sono mancati riferimenti a grandi della storia passata e recente del Jazz, con l’esecuzione di brani di Thelonius Monk (Crepuscule With Nellie, eseguita in duo sax/piano), McCoy Tyner, Freddie Hubbard.
Da porre in evidenza il fatto che l’album The Swing Of Things è liberamente ascoltabile e scaricabile dal sito Jamendo https://www.jamendo.com/it/list/a135655/the-swing-of-things con licenza Creative Commons.