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Garbatella Jazz Fest

Garbatella Jazz Festival 2016Il Garbatella Jazz Festival propone quest’anno un programma di contaminazione tra Classica e Jazz. Ieri sera è stata la volta dei Play Verdi, capitanati da Nicola Puglielli (chitarra, arrangiamenti) con Andrea Pace (sax tenore, arrangiamenti), Piero Simoncini (contrabbasso) e Massimo D’Agostino (batteria). Il loro progetto è una rilettura dell’opera di Giuseppe Verdi in chiave jazzistica, con un accento non solo sulla melodia principale ma anche sulle altre voci dell’Opera originale, in un gioco di contrappunti filologico ma anche innovativo, laddove una linea secondaria è stata interrotta ed unita ad un’altra, sicuramente al fine di meglio rendere la trasposizione per questo quartetto ma risultando nel contempo nuova e intrigante.

In apertura hanno dato ottima prova i Mood 5, che hanno piacevolmente impressionato con loro brani originali i tanti appassionati o semplici curiosi accorsi alla Villetta, in via Francesco Passino 26 /  via degli Armatori 3.

Mood 5 al Garbatella Jazz Festival

Con Lamberto Armenia (sax alto), Gian Domenico Murdolo (sax baritono), Stefano Diotallevi (pianoforte), Giuliano Stacchetti (basso elettrico), Vladimiro Nigro (batteria).

La manifestazione, che sta avendo grande successo di pubblico, prosegue fino a sabato.

Intervista a Nicola Puglielli e a Pino Sallusti, direttore artistico della manifestazione.

Play Verdi a Garbatella Jazz Festival

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Jazz a km zero

Giuseppe Verdi ieri sera ha cambiato nome. O forse, viene il dubbio che sia esistito, più o meno nella prima metà del ventesimo secolo, un uomo di nome Joseph Greens, che spesso tirava tardi nei club della Cinquantaduesima strada di New York. Non può essere altrimenti, perché se sulle prime, il preludio dell’Aida, esposto da sassofono e chitarra, risulta effettivamente verdiano in tutto e per tutto, quando è il momento dell’assolo di chitarra siamo in pieno Jazz: swing, fraseggio, feeling!

Siamo alla quarta serata della rassegna Massimo Jazz, dove Nicola Puglielli (chitarra), Andrea Pace (sax tenore), Piero Simoncini (contrabbasso) e Massimo D’Agostino (batteria) presentano il loro progetto: la produzione di un disco con il crowdfunding, il sistema di finanziamento dal basso che sempre più sta prendendo piede nel mondo. La formazione, dal nome Hic et Nunc 4et, si prefigge di suonare le musiche di Giuseppe Verdi (Play Verdi il titolo) senza modificarne i temi e le armonie, ma arrangiandole modernamente e jazzisticamente, restituendo tutta la loro originale bellezza ma aprendole agli assoli, come è prassi operativa corrente nel Jazz. Una musica a Km zero, come ha detto ironicamente Puglielli, una musica che pesca anche dalla tradizione italiana e non solo da quella afro-americana.

E non stona, dopo il preludio al Macbeth, ascoltare il tenore di Andrea Pace che volteggia breckerianamente su un tempo raddoppiato, come non stona l’intro di chitarra di Puglielli sul preludio dell’Ernani, intro giocata su arpeggi e armonici. Non stonano le spazzole di D’Agostino, che teletrasportano il nostro Verdi nell’era dei night club, e non stona l’assolo di contrabbasso di Simoncini, perfettamente ed inequivocabilmente qui ed ora, hic et nunc.

I temi sono quelli di Simon Boccanegra, Stiffelio, Un ballo in maschera, la Traviata, La forza del destino. E se in alcuni tratti gli arrangiamenti tendono ad apparire più “classici”, a far da contraltare ci sono gli innumerevoli momenti swing e bop che non mancano di ottenere l’approvazione entusiasta della platea.

Alla fine della serata, insieme alla maggior parte del pubblico presente, decido di diventare produttore del disco. Vale sicuramente la pena finanziare una operazione interessante, divertente e, una volta tanto, culturalmente più affine alla nostra riconosciuta grande tradizione musicale.