Lucia Ianniello va a Sud

Il disco si apre con lo struggente lirismo del piano elettrico, sugli accordi del quale si adagiano le note di lead synth di Paolo Tombolesi e la lancinante tromba di Lucia Ianniello.

Non faccio in tempo a pensarlo ed ecco che entrano la chitarra di Roberto Cervi e la batteria di Alessandro Forte. Un andamento lento ma deciso imprime movimento alla staticità dell’inizio: non so dove conduce il viaggio ma so che voglio proseguire.

Tides è il brano di apertura del nuovo disco di Lucia Ianniello per l’etichetta Filibusta Records e rivela solo una delle cifre di questo lavoro, il cui titolo Keep Left and go straight South sembra voler associare al significante un significato che attiene non solo ai luoghi del Sud, ma anche ad una dimensione sociale e personale migliore, lontana dalle sovversioni malvagie della contemporaneità. Andare a sud è presumibilmente anche un ritorno alle origini per l’artista partenopea la quale non a caso decide, per la prima volta in questo suo nuovo disco, non solo di scrivere molti dei brani presenti nella track list ma anche di cantare in lingua napoletana. Una vera e propria rottura con il passato, un profondo cambiamento sia musicale che interiore.

La rottura con il passato è già evidente in South, dove una partenza decisamente versata al free si evolve in un cantato che rimanda alla canzone popolare e poi in un tempo dispari angoloso, pieno di dissonanze sopra le quali spicca la tromba di Lucia Ianniello a fare da collante.

Ma la corsa verso Sud non si ferma a Napoli. In Human Race, la terza traccia del disco che trae ispirazione da Strange Fruit, il capolavoro di Abel Meeropol reso famoso da Billie Holiday, la scala minore armonica imperversa rievocando un arabian mood denso di suggestioni che rimandano ai popoli più vessati, per i quali i diritti civili sono una opzione lontana.

Davvero ricco il carnet di suggestioni che si susseguono proseguendo nell’ascolto. Dal brano Feronia, dove Lucia Ianniello si lancia in un rap che il napoletano rende istantaneamente un classico, a Bird Migration, dove il tema incalzante e “storto” nella parte iniziale lascia spazio ad una apertura quasi soul nel bridge, con l’organo a dare un vibe cremoso e fluido.

Come all’inizio in It’s raining troviamo sintetizzatore e tromba, stavolta supportati da subito da chitarra e pianoforte. Un brano di ispirazione elettronica direi quasi, nel quale però fa capolino un inciso di tromba con sordina che rimanda ai tempi dello Swing.

Che dire? Tanta carne al fuoco, grande qualità musicale, bravura dei musicisti, questo lavoro è di sicuro tra gli album top del 2024, per quanto mi riguarda.

Musicisti: Lucia Ianniello tromba, flicorno e voce Paolo Tombolesi pianoforte e tastiere – Roberto Cervi chitarre – Alessandro Forte batteria

Tracklist:

Tide / South / Human Race / Together / Bird Migration / Black / Mr. L.P. /
It’s raining / Feronia


KEEP LEFT and go straight South” (Filibusta Records, 2024)


In arrivo la 7a edizione del Monfrà Jazz Fest, in un territorio Patrimonio Unesco

Il 14 giugno prende il via la 7a edizione del Monfrà Jazz Fest, manifestazione che dal 2018 regala al pubblico una esperienza unica e immersiva attraverso le bellezze di un territorio incredibile come il Monferrato, Patrimonio Unesco, carico di storia e proclamato “Città europea del Vino 2024”. Organizzato dall’Accademia Europea d’Arte Le Muse di Casale Monferrato, il festival piemontese ha già affascinato migliaia di spettatori proponendosi come un vero e proprio “racconto jazz” che intreccia musica, natura ed enogastronomia lungo i siti UNESCO alla scoperta di Casale, del Monferrato e della Valcerrina, con un paesaggio incantevole che si snoda tra le colline con le tante vigne e i panorami mozzafiato, e la pianura attraversata dal fiume Po con la sua ricca biosfera e i suggestivi angoli di approdo. Il tema 2024 del Monfrà Jazz Fest “Play&Be JAZZ” invita gli spettatori a immergersi liberamente nelle tante esperienze in programma. Sono 31 gli eventi articolati nei vari format in Jazz nel Bosco, Jazz on the River, Concerti in Vigna, Live nel Chiostro, Jamming Sotto le Stelle, passeggiate naturalistiche, eventi culturali, street food, degustazioni, dancefloor e masterclass.

La 7a edizione si svolge in tre periodi distinti: 14-23 giugno, 13-18 agosto e 6-8 settembre. Il programma completo è disponibile sul sito www.monjazzfest.it .

Gli eventi di giugno     Tra i tanti eventi in cartellone, i tre “concerti boutique” per i quali è già aperta la prevendita al link https://www.monjazzfest.it/line-up/. Ambientati nel suggestivo Chiostro di Santa Croce di Casale Monferrato, offrono agli spettatori una dimensione intima e immersiva, a contatto diretto con gli artisti, secondo la filosofia propria del festival. Il 18 giugno, il grande trombettista Fabrizio Bosso guest dell’ottimo quartetto guidato dal talentuoso sassofonista Nicola Concettini: un live gemellato con il festival molisano Borgo in Jazz. Il 19 giugno attesissima la bassista, cantante e compositrice danese Ida Nielsen, storica collaboratrice di Prince, considerata tra le migliori bassiste al mondo. Presenterà il nuovo album More Sauce, Please insieme alla sua band The Funkbots, tra ritmi funk, rap e pop.

Il 22 giugno appuntamento con il fascino inconfondibile della voce di Rossana Casale, sul palco con il nuovissimo album Almost Blue e con un quintetto completato da Carlo Atti, Luigi Bonafede, Enzo Zirilli e Alessandro Maiorino. La cantante sarà protagonista anche di una Masterclass di canto, il giorno successivo, riservata ai soci dell’Accademia Le Muse.

Gli altri appuntamenti di giugno Il programma di giugno offre dieci giorni di musica, workshop e attività immersive nel paesaggio incantevole del Monferrato: concerti e giri in barca sul Po, Jazz nel Bosco, Concerti in Vigna, merende, street food, laboratori per bambini e Fiabe in Jazz, la maratona musicale in occasione della Festa della Musica (21 giugno), l’inaugurazione del “Giardino Trasversale” nel Chiostro di Santa Croce di Casale Monferrato, la mostra fotografica Un PO di Jazz.

Tra i nomi in cartellone: la violinista e compositrice Anaïs Drago, artista di punta del jazz italiano, il Riccardo Marchese 5et con “Musica Cinematica”, il resident dj Luciano Morciano, Giulia Damico in quartetto con Viden Spassov, Didier Yon, Francesca Remigi, il Nugara Trio di Viden Spassov, Francesco Negri, Francesco Parsi, il duo Camilla Barraggia e Max Romagnoli.

I luoghi La partenza sarà il 14 giugno tra le vigne di Sala Monferrato, per festeggiare i 10 anni dalla proclamazione UNESCO dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte Langhe-Roero e Monferrato, avvenuta il 22 giugno 2014. Seguirà  un percorso che farà tappa all’imbarcadero sul Po di Casale Monferrato, sul palco principale al Chiostro di Santa Croce, per chiudersi nel luogo più iconico del Fest: il bosco dell’Eremo di Moncucco. Il mese di giugno ospiterà anche la rassegna PER CHI CREA realizzata con il sostegno del MIC e di SIAE: progetto nazionale che promuove la creatività giovanile e vedrà la partecipazione di sei gruppi emergenti italiani, di cui metà guidati da talenti femminili, a conferma del costante impegno del Fest verso le pari opportunità,  la diversità e l’inclusione nel mondo della musica.

Il programma dettagliato sul sito www.monjazzfest.it

Gli eventi di agosto     Dal 13 al 18 agosto, il festival accoglie gli appassionati di jazz per sei giorni di esplorazioni musicali e culturali dedicati alla Valcerrina. Questo periodo sarà dedicato a speciali esibizioni live e collaborazioni tra artisti internazionali e locali, creando un ponte culturale unico. Una programmazione che vedrà l’acqua non solo come elemento vitale, ma anche come metafora del fluire della vita e della musica. L’acqua sarà esplorata nelle sue molteplici forme: come fonte di vita, come elemento che modella il paesaggio e come metafora del cambiamento e del divenire. Alcuni appuntamenti saranno dedicati al progetto nazionale di I-Jazz, l’Associazione Italiana dei Festival Jazz, che celebra il centenario di Franz Kafka con 9 tappe simboliche lungo lo stivale italiano, dove il jazz diventa un mezzo per esplorare e celebrare le metamorfosi della vita, della natura e il potere trasformativo dell’arte: protagonista Loredana Lipperini.

Gli eventi di settembre Dal 6 all’8 settembre si terrà la chiusura del festival con un week-end di festa per celebrare la vendemmia e i frutti più pregiati del Monferrato, portando i partecipanti direttamente nei luoghi dove vino e distillati vengono prodotti, per assaporare gusti e profumi autentici del Monferrato.

Il festival è realizzato con il sostegno di: Ministero della Cultura, SIAE Bando “PER CHI CREA”, Regione Piemonte, Comune di Casale Monferrato, Unione dei Comuni della Valcerrina, Associazione I-Jazz, Fondazione CRT e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

Tra i partner: Parco del Po, Fondazione ecosistemi e Borgo in Jazz; lista completa su https://www.monjazzfest.it/partner/.
Ulteriori informazioni sul programma dettagliato e sulle modalità di partecipazione sono disponibili sul sito web ufficiale http://www.monjazzfest.it

CONTATTI www.monjazzfest.itlemuse.accademia@gmail.com Ufficio stampa nazionale: Fiorenza Gherardi De Candei – tel. 328.1743236 email info@fiorenzagherardi.com Ufficio stampa territorio Piemonte: Monica Massa – tel. 392.4246661 email press.monjf@gmail.com

Gran finale al Festival Jazz Idea del Conservatorio “Santa Cecilia” con i Concerti sacri di Duke Ellington e l’omaggio a Ennio Morricone

Dopo cinque appuntamenti di grande successo, domenica 19 maggio alle ore 18.00 si terrà l’evento conclusivo della 3a edizione del Festival “Jazz Idea” del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, ideato e diretto da Carla Marcotulli.
A coronare la manifestazione che, come ogni anno, ha visto grandi nomi della scena internazionale e italiana sul palco insieme ai giovani talenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio, due concerti a ingresso libero dedicati due figure leggendarie della musica mondiale: Ennio Morricone e Duke Ellington.

Primo a salire sul palco della bellissima Sala Accademica del Conservatorio, il sassofonista Patrizio Destriere con il progetto Portrait of Ennio: un omaggio al grande Maestro con la reinterpretazione delle sue celebri colonne sonore, tra cui Metti una sera a cena, La leggenda del pianista sull’oceano, Il buono, il brutto e il cattivo, C’era una volta in America, eseguite con il quartetto completato dal pianista Claudio D’Amato, dal contrabbassista Damiano Lanciano e dal batterista Giampaolo Scatozza.

A seguire, l’esecuzione dei celebri Sacred Concerts per solisti, coro e orchestra, che Duke Ellington scrisse tra il 1965 e il 1973: il suo ultimo capolavoro, carico di significato e punto culminante della sua ricerca artistica.I Concerti Sacri furono concepiti da Ellington come una preghiera a un dio vicino a ogni uomo, senza distinzione di razza; la sua ultima missione, con testi originali che scrisse ispirandosi al Nuovo e Vecchio Testamento, e con influenze musicali dal gospel, dal free e modal jazz. Saranno eseguiti dalla Big band del Conservatorio Santa Cecilia diretta dal M° Mario Corvini insieme al Coro del Dipartimento Jazz diretto dal M° Carla Marcotulli.

Un gran finale, che porta un importante messaggio di unità, condivisione e bellezza artistica creativa.

Carla Marcotulli: “Il grande successo di questa 3a edizione ha confermato la qualità delle scelte musicali, con la presenza di progetti originali mai rappresentati su altri palchi, e una varietà di stili e linguaggi che compongono il jazz odierno. L’eccezionale affluenza del pubblico ha confermato l’alto valore della manifestazione, ma soprattutto il livello altissimo dei musicisti: dai nomi più affermati, ma non inflazionati, ai giovani talenti emergenti e agli studenti del Conservatorio. Filo conduttore del festival è stato proprio l’omaggio a Duke Ellington a cui è dedicata questa edizione 2024, in occasione dei cinquant’anni dalla sua scomparsa.”

Tra gli artisti presenti nel cartellone 2024 del festival: la cantante statunitense Michele Hendricks – maestra del vocalise e dello scat, il duo ungherese voce-contrabbasso Agnes Lakatos e Tibor Cshuhaj, il sassofonista Rosario Giuliani con il contrabbassista Stefano Cantarano, il sassofonista Pietro Tonolo e il chitarrista Fabio Zeppetella, il sassofonista Maurizio Giammarco ospite della big band MuSa dell’Università La Sapienza diretta da Roberto Spadoni, il quartetto di sassofoni Arundo Donax con Mario Raja, Pasquale Laino, Pietro Tonolo e Rossano Emili con ospite il soprano Federica Raja.

Anche per l’edizione 2024, il Festival Jazz Idea ha organizzato una serie di Masterclass condotte da critici musicali e docenti del panorama jazz. L’ultimo appuntamento è lunedì 20 maggio alle ore 12.00, con la lezione-concerto del pianista, cantante e arrangiatore Mario Donatone, incentrata sul suo saggio Blues che viaggiano in prima classe.

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Al Festival Jazz Idea del Conservatorio “Santa Cecilia” il quartetto di sax Arundo Donax guest Federica Raja e il duo di Pietro Tonolo e Fabio Zeppetella

Prosegue con grande successo la 3a edizione del Festival “Jazz Idea” del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con la direzione artistica della cantante e docente Carla Marcotulli.
Domenica 12 maggio dalle ore 18.00 due concerti sempre a ingresso libero.
Primi a salire sul palco, Pietro Tonolo e Fabio Zeppetella con il loro “Workshop”.
Tra i sassofonisti di punta del jazz italiano, Pietro Tonolo ha una carriera di respiro europeo. Ha collaborato con molti tra i principali jazzisti italiani (Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Giovanni Tommaso, Danilo Rea, Roberto Gatto) ed europei (Aldo Romano, Tony Oxley, Henri Texier) e ha suonato regolarmente con musicisti come Lee Konitz, Steve Lacy, Joe Lovano, Joe Chambers, Gil Goldstein, Steve Swallow, Eliot Zigmund, Paul Motian, Jordi Rossy, Toninho Horta. 

Fabio Zeppetella è tra i migliori chitarristi e compositori italiani,si è affermato nella scena jazz nazionale ed europea grazie alla sua tecnica ineccepibile e alla sua sensibilità musicale, con cui ha sviluppato un linguaggio e un suono unico e personale, passando dalla tradizione e dalla musica di maestri come Charlie Christian e Wes Montgomery all’evocazione del be-bop e dell’hard-bop degli anni ’60.  Numerose le collaborazioni con Kenny Wheeler, Lee Konitz, Tom Harrell, Enrico Rava, Paolo Fresu, Aldo Romano, Joey DeFrancesco, Roberto Gatto, Danilo Rea, Steve Grossman, Javier Girotto, Nicola Stilo, Stefano Bollani, Rosario Giuliani, Fabrizio Bosso, Gegè Telesforo, Stefano Di Battista, Maurizio Giammarco, Gianluca Petrella, Fabrizio Sferra, Ares Tavolazzi, Ramberto Ciammarughi, Heyn Van De Geyn, Emmanuel Bex e molti altri.

Il concerto del duo è seguito da quello del quartetto di sassofoni Arundo Donax, formato da quattro grandi maestri dello strumento – Mario Raja, Pasquale Laino, Pietro Tonolo e Rossano Emili – special guest il soprano lirico Federica Raja, tra i vincitori del “Concorso Lirico Internazionale Riccardo Zandonai” 2021 e del Premio Donizetti al “Concorso Internazionale Claudio Desderi” 2023. Il programma degli Arundo Donax prende spunto dai brani contenuti nel disco Dancers in Love, che si basa su musica di Duke Ellington e Billy Strayhorn appositamente arrangiata dai componenti per quartetto di sassofoni. A questi brani si aggiungono, sempre in arrangiamento originale, alcuni di quelli che Ellington ha composto pensando al canto di una voce non jazzistica, ma più vicina all’impostazione lirica. A completare il concerto, come d’abitudine per Arundo Donax, anche musica originale scritta dai componenti del gruppo.
La formazione ha inciso finora tre dischi: C’era una volta, dedicato al mondo dell’infanzia, Arundo Donax, con brani di autori come Carlo Boccadoro e Carla Bley, Dancers in Love, con arrangiamenti di musica di Duke Ellington e Billy Strayhorn.

La domenica conclusiva della 3a edizione di Jazz Idea, il 19 maggio, sarà caratterizzata dalle preziose dediche a due grandi leggende della musica. Il primo progetto è Portrait of Ennio, omaggio a Ennio Morricone del sassofonista Patrizio Destriere con Claudio D’Amato al piano, Damiano Lanciano al contrabbasso, Giampaolo Scatozza alla batteria.
In conclusione, la big band di Santa Cecilia diretta dal M° Mario Corvini e il coro del Dipartimento Jazz diretto dal M° Carla Marcotulli, eseguiranno i Sacred Concerts di Duke Ellington.

Caratteristica del Festival, la presenza di grandi artisti affermati nel panorama musicale italiano e internazionale, che si esibiscono accanto ai giovani talenti provenienti dal Dipartimento Jazz del Conservatorio, sul palco della bellissima Sala Accademica del Conservatorio, caratterizzata da una delle migliori acustiche al mondo e dal Grande Organo Walcker-Tamburini.

Masterclass
Come sempre il Festival Jazz Idea organizza una serie di Masterclass condotte da critici musicali e docenti del panorama jazz italiano rivolte agli studenti del Conservatorio di Santa Cecilia. Le prossime in programma per l’edizione 2024:

– venerdì 10 maggio ore 14 Improvvisazione: Ritmo e Melodia condotta dal sassofonista Pietro Tonolo
– lunedì 20 maggio ore 12 Lezione-concerto del pianista, cantante e arrangiatore Mario Donatone sul suo saggio Blues che viaggiano in prima classe.

Tra gli artisti nel cartellone 2024: la cantante statunitense Michele Hendricks – maestra del vocalise e dello scat, il duo ungherese voce-contrabbasso Agnes Lakatos e Tibor Cshuhaj, il sassofonista Rosario Giuliani con il contrabbassista Stefano Cantarano, il sassofonista Pietro Tonolo e il chitarrista Fabio Zeppetella, il sassofonista Maurizio Giammarco ospite della big band MuSa dell’Università La Sapienza diretta da Roberto Spadoni, il quartetto di sassofoni Arundo Donax con Mario Raja, Pasquale Laino, Pietro Tonolo e Rossano Emili con ospite il soprano Federica Raja, il sassofonista Patrizio Destriere con un omaggio a Ennio Morricone e la big band di Santa Cecilia diretta da Mario Corvini con il coro del Dipartimento Jazz diretto da Carla Marcotulli per i celebri Concerti Sacri di Duke Ellington.

CONTATTIConservatorio di Musica “Santa Cecilia”
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Lo splendore della musica italiana: esce con Warner Music il nuovo album di Stefano Di Battista “La dolce vita” 

Venerdì 3 maggio 2024 esce con Warner Music il nuovo album di Stefano Di Battista, uno dei sassofonisti di punta della scena nazionale ed europea, con collaborazioni prestigiose tra le quali brillano i nomi di Michel Petrucciani, Elvin Jones, Jacky Terrasson, Jimmy Cobb, Richard Bona, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Rita Marcotulli e, in ambito pop, Claudio Baglioni, Renato Zero, Adriano Celentano, Jovanotti e Tiromancino.

Disponibile in vinile, cd e digitale (streaming e store https://bio.to/StefanoDiBattistaLaDolceVita), La Dolce Vita arriva tre anni dopo la dedica al Maestro Ennio Morricone con il disco Morricone Stories: con il nuovo lavoro discografico, Di Battista torna a omaggiare la musica italiana più bella, reinterpretando meravigliosi brani di grandi artisti come Paolo Conte, Lucio Dalla, Nino Rota, Domenico Modugno, Nicola Piovani, Armando Trovajoli, Piero Umiliani, Ennio Morricone, Renato Carosone, Bobby Solo, Lucio Quarantotto.

La dolce vita non è solo il titolo del film di Fellini che dà nome al nuovo disco, ma la porta di ingresso a un intero mondo. Un mondo fatto di fantasie cinematografiche ma anche di vita, passioni, eleganza, desiderio, bellezza e sogni che hanno preso vita in un periodo particolare della storia italiana e che si sono riverberate per i decenni seguenti arrivando fino a noi. Stefano Di Battista ha voluto farsi illuminare da quel riverbero, e ha deciso che era giunto il momento di realizzare un nuovo disco che mettesse insieme lo splendore della grande musica italiana di un tempo e la necessità di mantenerla viva, brillante, eterna:

“Ho voluto esplorare una parte del grande e bellissimo repertorio italiano dagli anni della “dolce vita” in poi e portarlo all’attenzione del pubblico internazionale di oggiSono musiche che rappresentano al meglio la cultura italiana, le capacità dei nostri grandi compositori, non solo in quella che senza dubbio è stata “l’età dell’oro” del nostro Paese ma anche nell’eredità di quegli anni che ancora ci portiamo dentro”.

Così, accanto alla splendida composizione di Nino Rota che offre il titolo all’album e immediatamente ci proietta in un mondo fantastico e senza confini, troviamo Paolo Conte con la sua Via con me, Nicola Piovani con la leggendaria La vita è bella, canzoni pop come la sorprendente Una lacrima sul viso portata al successo da Bobby Solo ma scritta da Iller Pataccini con testo di Mogol, e l’eco dell’opera nella ormai classica Caruso di Lucio Dalla.

Il tutto, tenuto insieme da un sentimento unico e forte, dal suono perfetto di una band meravigliosa formata da Matteo Cutello alla tromba, Fred Nardin al piano, Andrea Sorrentino al contrabbasso e André Ceccarelli alla batteria, ma e soprattutto dalla capacità di Stefano Di Battista di trasformare ogni brano in qualcos’altro, accompagnando chi ascolta in un magico altrove che in questo caso è del tutto italiano.

“Lavorando a questi brani mi sono trovato in un mondo bellissimo”, dice ancora Di Battista, “e ho pensato che il modo migliore per affrontarli era quello di lasciarsi guidare dalle melodie, di entrare nelle matrici melodiche e trovarne il cuore per improvvisare. Non brani con degli assolo, ma tutt’uno: esposizione e improvvisazione legati insieme”.

Alcune delle scelte di Di Battista possono apparire singolari, come Con te partirò scritta da Francesco Sartori e Lucio Quarantotto, portata sul palcoscenico mondiale da Andrea Bocelli, che nelle sue mani diventa una sorta di magico portale tra passato e presente; o come la “consumatissima” Volare (Nel blu dipinto di blu) di Domenico Modugno e Franco Migliacci, che Di Battista porta fuori dell’ovvio e fa rinascere cogliendo in pieno lo spirito ‘surrealista’ della canzone.

Proporre brani come questi magari è una scommessa”, dice il sassofonista, “ma io ho sempre amato farle. Alla fine, mi sono reso conto che proprio questi, forse, erano i brani più interessanti dell’album”. Ma non basta: definire “eclettico” il percorso di Di Battista all’interno dei meccanismi melodici del grande repertorio italiano è insufficiente a spiegarne la ricchezza. Da bravo bandleader il musicista guida i suoi compagni in territori molto diversi tra loro, e in sentimenti altrettanto distanti: dalla brillante ironia di Tu vuò fa l’americano di Renato Carosone (https://www.youtube.com/watch?v=3Sif0lacQt8), dove le matrici americane e napoletane si perdono nell’improvvisazione senza confini della band, alla malinconia sottile di Sentirsi solo firmata da Piero Umiliani per il film Audace colpo dei soliti ignoti: “Un brano che io non conoscevo”, sottolinea il sassofonista, “tratto dalla colonna sonora di un film interpretato da Chet Baker. Ha un clima incredibile, non ha una melodia lunga da canzone: è “sparsa”, ha un’atmosfera che ti porta in quel mondo “blue” che è proprio dell’universo di Baker, vicino a quel suo demone che ha l’affascinante sapore del mistero”.

Ma l’elenco dei capolavori contenuti nell’album è ancora incompleto: c’è la magia di Roma nun fa la stupida stasera dell’inarrivabile Armando Trovajoli e della coppia Garinei e Giovannini, c’è il fascino inaudito della memoria con l’Amarcord felliniano trasformato in musica da Nino Rota, c’è l’arte sopraffina dell’Ennio Morricone de La Califfa, in un equilibrio sottile tra passato – le composizioni – e presente – le interpretazioni di Di Battista e della sua band. “Il confronto con il passato ci ha fatto sentire molto piccoli”, conclude Di Battista, “c’è un livello di arte in quelle musiche che oggi sembra difficile da raggiungere. Ma è proprio nel riproporre queste musiche, nel farle vivere nell’oggi, che troviamo soddisfazione. Quindi voglio godermele: quando suono più mi diverto e più sono felice, e queste musiche mi danno la possibilità di navigarci dentro, mi lasciano spazio per improvvisare, di inventare, di essere legato alle mie radici, alla mia cultura italiana, ma di guardare anche oltre, perché non erano provinciali, non avevano confini anche quando sono state scritte, con le loro melodie, con i loro cromatismi affascinanti, con la loro gioia”.

Stefano Di Battista Nato a Roma, Stefano Di Battista si è avvicinato al jazz attraverso i dischi di Art Pepper e Cannonball Adderly. Incoraggiato a trasferirsi a Parigi dal pianista Jean-Pierre Como, che lo ascoltò dal vivo nell’estate del 1992 al Calvi Jazz Festival, si ambientò rapidamente nella capitale francese. Tra i suoi lavori più acclamati ci sono Round About Roma per la Blue Note, con un’orchestra sinfonica diretta dal Maestro Vince Mendoza, “un lavoro squisito di musica che coinvolge la mente così come il cuore” (All About Jazz). Di Battista ha realizzato altri due album per la Blue Note Records: un omaggio a Charlie Parker intitolato Parker’s Mood e il virtuosistico Troubleshootin. Di Battista è un maestro del suono e della melodia, virtuoso nelle sue improvvisazioni e appassionato nel suo approccio alla canzone. Tre anni dopo il suo primo album per la Warner Music, Morricone Stories, torna ora con La Dolce Vita.

Tracklist

  1. La vita è bella (Nicola Piovani ) 
  2. Con te partirò (Lucio Quarantotto)
  3. Tu vuò fa l’americano (Renato Carosone)
  4. Roma nun fa’ la stupida stasera (Armando Trovajoli)
  5. La dolce vita (Nino Rota)
  6. Via con me (Paolo Conte)
  7. Una lacrima sul viso (Bobby Solo)
  8. Sentirsi solo (Piero Umiliani)
  9. Volare (Domenico Modugno)
  10. La califfa (Ennio Morricone)
  11. Amarcord (Nino Rota)
  12. Caruso (Lucio Dalla)

LinkOfficial trailer: https://www.youtube.com/watch?v=Gjh-v425HPQ Tu vuo’ fa l’americanohttps://www.youtube.com/watch?v=3Sif0lacQt8

Contatti Management: Anteprima Productions www.anteprimaproductions.com Ufficio Stampa: Fiorenza Gherardi De Candei tel. +39.328.1743236  e-mail info@fiorenzagherardi.com

Elena Camerin Young e Francesco D’Errico protagonisti del Festival Jazz Idea del Conservatorio “Santa Cecilia”

Con tutto esaurito e grandi consensi, prosegue fino al 19 maggio, sempre a ingresso libero, la 3a edizione del Festival “Jazz Idea” del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con la direzione artistica della cantante e docente Carla Marcotulli. Caratteristica del Festival, la presenza di grandi artisti affermati nel panorama musicale italiano e internazionale, che si esibiscono accanto ai giovani talenti provenienti dal Dipartimento Jazz del Conservatorio, sul palco della bellissima Sala Accademica del Conservatorio, caratterizzata da una delle migliori acustiche al mondo e dal Grande Organo Walcker-Tamburini.

Anche domenica 5 maggio, dalle ore 18.00, due concerti. Prima protagonista, con The creative voice workshop, la cantante Elena Camerin Young con un live che include brani improvvisati, originali e jazz standards. Nata a Venezia, inizia lo studio del canto con Carla Marcotulli. Dopo aver vinto il “Best Student Award” a Spoleto, si trasferisce a New York dove entra a far parte della scena underground e collabora con musicisti, attori, filmografi e danzatori. Dal 2015 vive a Boulder dove insegna alla Naropa University e continua a lavorare con artisti di ogni disciplina.


A seguire, il Francesco D’Errico 4et, guidato dal pianista Francesco D’Errico, con Giulio Martino ai sassofoni, Pietro Leveratto al contrabbasso ed Ettore Fioravanti alla batteria.
Il quartetto omaggerà a Duke Ellington, di cui quest’anno ricorre il cinquantenario dalla scomparsa e a cui è dedicato l’intero Festival, con il progetto originale Ellington Prospective: un sentiero intrapreso tra scrittura e interpretazione. Brani originali nati dallo stupore che affiora dal mondo musicale di Ellington e la lettura di alcune sue pagine cercando un sentire che risuoni sincero e attuale.

Gli altri concerti
Il 12 maggio in concerto Pietro Tonolo e Fabio Zeppetella con il loro “Workshop”, seguiti dal quartetto di sassofoni Arundo Donax con Mario Raja, Pasquale Laino, Pietro Tonolo e Rossano Emili; ospite il soprano Federica Raja.
La domenica conclusiva della 3a edizione di Jazz Idea, il 19 maggio, sarà caratterizzata dalle preziose dediche a due grandi leggende della musica.
Il primo progetto è Portrait of Ennio, omaggio a Ennio Morricone del sassofonista Patrizio Destriere con Claudio D’Amato al piano, Damiano Lanciano al contrabbasso, Giampaolo Scatozza alla batteria.
In conclusione, la big band di Santa Cecilia diretta dal M° Mario Corvini e il coro del Dipartimento Jazz diretto dal M° Carla Marcotulli, eseguiranno i Sacred Concerts di Duke Ellington.

Masterclass
Come sempre il Festival Jazz Idea organizza una serie di Masterclass condotte da critici musicali e docenti del panorama jazz italiano rivolte agli studenti del Conservatorio di Santa Cecilia.
Le prossime in programma per l’edizione 2024:
– venerdì 3 e sabato 4 maggio ore 15 The creative voice workshop condotta dalla cantante Elena Camerin Young (aperto a tutti)
– venerdì 10 maggio ore 14 Improvvisazione: Ritmo e Melodia condotta dal sassofonista Pietro Tonolo
– lunedì 20 maggio ore 12 Lezione-concerto del pianista, cantante e arrangiatore Mario Donatone sul suo saggio Blues che viaggiano in prima classe.

Tra gli artisti nel cartellone 2024: la cantante statunitense Michele Hendricks – maestra del vocalise e dello scat, il duo ungherese voce-contrabbasso Agnes Lakatos e Tibor Cshuhaj, il sassofonista Rosario Giuliani con il contrabbassista Stefano Cantarano, il sassofonista Pietro Tonolo e il chitarrista Fabio Zeppetella, il sassofonista Maurizio Giammarco ospite della big band MuSa dell’Università La Sapienza diretta da Roberto Spadoni, il quartetto di sassofoni Arundo Donax con Mario Raja, Pasquale Laino, Pietro Tonolo e Rossano Emili con ospite il soprano Federica Raja, il sassofonista Patrizio Destriere con un omaggio a Ennio Morricone e la big band di Santa Cecilia diretta da Mario Corvini con il coro del Dipartimento Jazz diretto da Carla Marcotulli per i celebri Concerti Sacri di Duke Ellington.

CONTATTI
Conservatorio di Musica “Santa Cecilia”
Via dei Greci 18, Roma – tel. 06.36096720 – www.conservatoriosantacecilia.it
Ufficio Stampa Festival JAZZ IDEA Fiorenza Gherardi De Candei – tel. 328.1743236 info@fiorenzagherardi.com

Al Festival Jazz Idea il duo ungherese di Agnes Lakatos e Tibor Cshuhaj-Barna, e l’orchestra MuSa dell’Università La Sapienza diretta da Roberto Spadoni guest Maurizio Giammarco

Prosegue fino al 19 maggio, sempre a ingresso libero, la 3a edizione del Festival “Jazz Idea” del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con la direzione artistica della cantante e docente Carla Marcotulli.

Caratteristica del Festival, la presenza di grandi artisti affermati nel panorama musicale italiano e internazionale, che si esibiscono accanto ai giovani talenti provenienti dal Dipartimento Jazz del Conservatorio, sul palco della bellissima Sala Accademica del Conservatorio, caratterizzata da una delle migliori acustiche al mondo e dal Grande Organo Walcker-Tamburini.

Come di consueto, anche domenica 21 aprile sono in programma due concerti.
Alle 18.00,
 protagonista l’affascinante duo ungherese Voice and Bass formato dalla cantante Agnes Lakatos e dal contrabbassista Tibor Cshuhaj-Barna: musicisti con all’attivo collaborazioni con i principali artisti europei e diverse partecipazioni a festival internazionali. Entrambi insegnano i rispettivi strumenti alla Liszt Ferenc Academy of Music di Budapest. Particolarità della formazione voce-contrabbasso è la possibilità di sviluppare una creatività estesa a infinite possibilità, attraverso l’intreccio delle due linee musicali.


A seguire, il live dedicato a Duke Ellington della Big Band MuSa (Musica Sapienza): un ensemble di venti elementi formato da studenti, docenti e personale amministrativo e tecnico dell’Università La Sapienza di Roma.
Diretta dal M° Roberto Spadoni con ospite il sassofonista Maurizio Giammarco, l’orchestra proporrà celebri composizioni di Ellington arrangiate per l’orchestra dal M° Spadoni, oltre a brani a lui dedicati da altri musicisti. 

Gli altri concerti
Sul palco il 5 maggio la cantante Elena Camerin Young con The creative voice workshop e il Francesco D’Errico 4et con Ellington Prospective: line up Giulio Martino – sassofoni, Francesco D’Errico – pianoforte, Pietro Leveratto – contrabbasso, Ettore Fioravanti – batteria.
Il 12 maggio in concerto Pietro Tonolo e Fabio Zeppetella con il loro “Workshop”, seguiti dal quartetto di sassofoni Arundo Donax con Mario Raja, Pasquale Laino, Pietro Tonolo e Rossano Emili; ospite il soprano Federica Raja.
La domenica conclusiva della 3a edizione di Jazz Idea, il 19 maggio, sarà caratterizzata dalle preziose dediche a due grandi leggende della musica.
Il primo progetto è Portrait of Ennio, omaggio a Ennio Morricone del sassofonista Patrizio Destriere con Claudio D’Amato al piano, Damiano Lanciano al contrabbasso, Giampaolo Scatozza alla batteria.
In conclusione, la big band di Santa Cecilia diretta dal M° Mario Corvini e il coro del Dipartimento Jazz diretto dal M° Carla Marcotulli, eseguiranno i Sacred Concerts di Duke Ellington. 

Masterclass
Come sempre il Festival Jazz Idea organizza una serie di Masterclass condotte da critici musicali e docenti del panorama jazz italiano rivolte agli studenti del Conservatorio di Santa Cecilia.
Le prossime in programma per l’edizione 2024:

– sabato 20 aprile ore 14-17 Interplay condotta dal duo ungherese voce-contrabbasso Agnes Lakatos e Tibor Csuhaj-Barna
– sabato 27 aprile ore 11-16 Parole Cantate – Studio e analisi tra liriche e musica nel repertorio jazzistico condotta dal cantante Giuseppe Creazzo
– venerdì 3 e sabato 4 maggio ore 15 The creative voice workshop condotta dalla cantante Elena Camerin Young (aperto a tutti)
– venerdì 10 maggio ore 14 Improvvisazione: Ritmo e Melodia condotta dal sassofonista Pietro Tonolo
– lunedì 20 maggio ore 12 Lezione-concerto del pianista, cantante e arrangiatore Mario Donatone sul suo saggio Blues che viaggiano in prima classe.

CONTATTI
Conservatorio di Musica “Santa Cecilia”
Via dei Greci 18, Roma – tel. 06.36096720 – www.conservatoriosantacecilia.it
Ufficio Stampa Festival JAZZ IDEA Fiorenza Gherardi De Candei – tel. 328.1743236 info@fiorenzagherardi.com.

Le storie della Storia: al festival Roots il reading del romanzo di Elsa Morante “La Storia” in occasione del cinquantenario

Prosegue a Roma il festival Roots – Le radici del contemporaneo, a cura di Luigi Cinque, dopo il grande successo del concerto alla Basilica di Santa Maria in Ara Coeli durante la Domenica delle Palme.
Sabato 20 aprile alle 17.15 un nuovo appuntamento nella Capitale, per celebrare il cinquantenario del romanzo La Storia, scritto nel 1974 da Elsa Morante, pubblicato da Einaudi: una delle sue opere più conosciute, e anche più discusse e criticate, ambientata a Roma durante il periodo della seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. L’evento Le storie della Storia si terrà in collaborazione con la Libreria Tuba del quartiere Pigneto (via del Pigneto 39/a); protagoniste la saggista Tiziana de Rogatis (Università per Stranieri di Siena) e l’attrice e drammaturga Chiara Lagani (Fanny & Alexander).

Il libro si impone al nostro immaginario per la sua attualità, che consiste prima di tutto nel mettere in scena esperienze umane al tempo stesso quotidiane ed assolute, concrete e laceranti: un universo corale delle emozioni estreme e della loro forza narrativa e politica.

La data del reading ha un suo valore simbolico, perchè l’evento è strettamente connesso alla successiva festa del 25 aprile e ai valori della Resistenza: due elementi centrali per il romanzo di Elsa Morante, declinati dalla scrittrice in chiave fortemente antiretorica e antimonumentale.
Il festival Roots – Le radici del contemporaneo è realizzato da MRF 5 s.r.l., promosso dal Comune di Roma in collaborazione con Zétema Progetto Cultura.

CONTATTI
email info@mrf5.it – tel. 342.1662800
Ufficio Stampa: info@fiorenzagherardi.com

il Jazz ascoltato nei club romani